Social Freezing
La posticipazione della maternità è una delle cause che provoca un aumento dei casi d’infertilità/sterilità, spesso dovuti proprio all’età.
Una delle possibili risposte a questa inedita condizione della “donna moderna” è costituta dal social freezing, una procedura di crioconservazione dei propri ovociti in giovane età da utilizzare successivamente mediante un intervento di procreazione medicalmente assistita: lo scopo è quello di garantirsi in futuro una possibilità (ma non la certezza) di maternità, superando eventuali problemi d’infertilità.
Questa tecnica è salita agli onori della cronaca di tutto il mondo quando due grandi multinazionali statunitensi come Facebook e Apple hanno proposto il congelamento degli ovuli alle dipendenti che volevano dedicarsi al lavoro e rinviare il momento di diventare madri. Si trattava di benefits o di ricatto di carriera? Ilsocial freezing si è diffuso enormemente negli USA, tanto che adesso sono le famiglie a proporlo alle loro figlie. A oggi negli Stati Uniti sono circa 25.000 le giovani donne che hanno congelato i loro ovociti, in attesa di una decisione procreativa.
Si è iniziato così a parlare di social freezing anche in Europa, e in particolare nel Regno Unito, Paese in cui la pratica è ormai diffusa e ampiamente validata.
La Regione Toscana in occasione dell’approvazione della delibera GR Toscana n 837 del 6 ottobre 2014 sulla c.d. PMA Eterologa ha richiamato espressamente la “possibilità di applicazione delle tecniche di social freezing, consistenti nel congelamento di ovociti di donne fertili in funzione di un utilizzo futuro per auto donazione e donazione”.
In tale atto della Giunta Regionale concernente i trattamenti di fecondazione eterologa, prevista nei livelli essenziali di assistenza (LEA Regionali) per le donne sotto i 43 anni, la Regione Toscana definisce le modalità di approvvigionamento dei gameti, includendo la pratica di egg sharing, quella di social freezing e la donazione volontaria. Si prevede anche la possibilità di diagnosi genetica di preimpianto nei centri pubblici e privati, con successivo inserimento nei LEA.
Sono inoltre previsti rapporti di collaborazione con centri e banche di gameti esteri, con l’obiettivo di creare una banca regionale unica per i gameti. Quale forma di tutela preventiva della fertilità, si potrà poi introdurre la possibilità di accedere a tecniche di crioconservazione ovocitaria in assenza di indicazione medica. Attualmente, in Italia questa forma preventiva non è vietata: pur consentita, risulta però a totale carico del soggetto in questione.
Solo in presenza di patologie oncologiche, la crioconservazione degli ovociti in funzione di preservazione della fertilità altrimenti danneggiata dalle terapie subite èregolata con i costi a carico del SSR (Del G.R. Toscana 4 agosto 2015, n 809). In particolare, debbono essere sostenute le spese per i farmaci necessari all’induzione dell’ovulazione e per il pick-up ovocitario, da eseguirsi presso Centri di PMA di II/III livello autorizzati. Inoltre è necessario prevedere una spesa per il congelamento degli ovociti stessi ed il mantenimento presso la biobanca autorizzata.
In tal senso, particolarmente significativa la delibera della Giunta della Provincia autonoma di Trento n. 427 del 16 marzo 2018 “Aggiornamento della disciplina della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e disposizioni in materia di prevenzione” nella quale si prevede:
– il c.d. “egg sharing”, da intendersi come atto volontario e gratuito interessato solo al bene della salute riproduttiva di un’altra coppia.
-la possibilità di accedere a tecniche di crioconservazione ovocitaria in assenza di indicazione medica (c.d. “social freezing”).
In entrambi i casi, come previsto per la donazione di cellule, organi e tessuti, si propone di esentare i donatori/le donatrici di gameti dalla compartecipazione alla spesa per esami/visite inerenti la valutazione di idoneità alla donazione e per tutte le prestazioni annesse alla procedura (inclusa l’esenzione per la terapia farmacologica).
La Fondazione PMA Italia potrebbe farsi carico di una campagna di informazione in collaborazione con il Ministero della Salute di “Prevenzione della infertilità” e di “Preservazione sociale dei gameti”. Potrebbero essere identificati un numero di Centri a livello nazionale che offrirebbero questo servizio in maniera coordinata (stesse modalità e procedure). Questo servizio potrebbe essere totalmente o parzialmente gratuito se sostenuto da sponsor. Si potrebbe in un primo momento ipotizzare un numero di prestazioni da offrire in alcune Regioni pilota.
Modalità:
- colloqui e consulenze informative, programmazione e esami preparatori presso i Centri selezionati (Costo 0)
- induzione farmacologica della ovulazione (Costo da quantificare con protocolli standardizzati o fornitura di farmaci)
- monitoraggi ovulazione e pick up (Costo al Centro di circa 1.000 Euro a caso)
- crioconservazione degli ovociti
- mantenimento annuale nella Biobanca (Costo al Centro di 100 Euro anno)
Inoltre si potrebbero identificare 2-3 Centri a livello nazionale che si potrebbero occupare della successiva fase del re-impianto sia a livello chirurgico che clinico ed di PMA sui soggetti re-impiantati.