DISTURBI DELL’UDITO IN PREOCCUPANTE AUMENTO IN ITALIA E NEL MONDO
Domani 3 marzo è la giornata mondiale dell’udito indetta dall’Oms
Sono ben 7 milioni le persone con problemi di udito in Italia, e costituiscono l’11,7% della popolazione. Più del 5% della popolazione mondiale – circa 466 milioni di persone – ha una riduzione dell’udito che incide negativamente sulla qualità della vita. Una Giornata Mondiale è stata istituita dall’OMS per sensibilizzare la popolazione sull’ importanza della diagnosi precoce e compensazione del deficit uditivo. Va in scena domani 3 Marzo per fare il punto sullo stato di salute dell’udito degli italiani. L’ipoacusia interessa il 10-15% dei giovani adulti e raggiunge il picco d’incidenza del 90% nella popolazione over 80. Numerosi fattori predisponenti concorrono alla sua insorgenza: familiarità, esposizione prolungata ad ambienti urbani e professionali particolarmente rumorosi, utilizzo a volumi eccessivi di amplificatori e strumenti per l’ascolto della musica e l’avanzare dell’età, che porta naturalmente con sé un progressivo deterioramento della sensibilità uditiva.
«Prevenzione, informazione, diagnosi e trattamento precoce rappresentano gli elementi chiave per la riduzione dell’incidenza del fenomeno e il conseguente miglioramento della qualità della vita» spiega Roberto Albera, Professore Ordinario di Otorinolaringoiatria del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli Studi di Torino e referente di Signia, azienda multinazionale produttrice di apparecchi acustici.
I campanelli d’allarme che fanno presupporre l’esistenza di un deficit uditivo sono: acufeni, ovattamento sonoro e percezione distorta dei suoni, e patologie congenite a carico dell’apparato uditivo- prosegue il prof. Albera. Lo screening neonatale, permette al bambino di scongiurare il ritardo nello sviluppo cognitivo del linguaggio che si verifica nei bambini ipoacusici, non adeguatamente trattati. Gli attuali apparecchi acustici pesano appena pochi grammi, le dimensioni sono assai ridotte e di design moderno, sono collegabili allo smartphone e racchiudono elementi di alta tecnologia. Occorre tuttavia abbattere il pregiudizio culturale secondo il quale una persona affetta da deficit uditivi – conclude il Professor Albera – non goda di buona “reputazione” perché percepita come incapace di comprendere e stare in relazione con gli altri