IL GRUPPO SERVIER IN ITALIA TRA I BEST WORKPLACES ITALIA 2020

Dove si lavora meglio in Italia? La classifica Best Workplaces Italia 2020, di Great Place to Work Italia, registra un nuovo ingresso per il mondo pharma: con la sedicesima posizione conquistata dal Gruppo Servier in Italia, nella categoria “Aziende con un numero di collaboratori compreso tra 150 e 499”.

“Si tratta di un riconoscimento molto importante per noi perché il nostro Gruppo considera, da sempre, le risorse umane uno dei pilastri fondamentali per la crescita aziendale. – commenta Elisa Napolitano, Direttore HR&Training del Gruppo Servier in Italia – Essere tra le 60 aziende italiane in cui si lavora meglio è un motivo di orgoglio che premia gli sforzi fatti fino a oggi e che ci responsabilizza ulteriormente. Lavoreremo senza sosta per essere sempre concretamente vicini ai nostri dipendenti”.

Il riconoscimento segue quello ottenuto a gennaio, con la certificazione Great Place to Work, per la cura e l’attenzione al benessere delle persone, la capacità di attrarre talenti, sviluppare l’employer branding e accrescere le proprie performance grazie alla valorizzazione e al coinvolgimento delle risorse umane.

Questa volta, però, il valore aggiunto è rappresentato dal giudizio dei dipendenti. Alla base del premio, infatti, ci sono le valutazioni espresse dagli oltre 390 dipendenti delle tre Società italiane del Gruppo (Servier Italia, Istituto Farmaco Biologico Stroder e Istituto di Ricerca Servier). Tre i segreti del successo: una solida relazione di fiducia reciproca con il management aziendale, l’orgoglio per il proprio lavoro e per l’organizzazione di cui fanno parte e lo standard di qualità dei rapporti con i colleghi.

La classifica tiene conto da una parte del parere di 57.975 collaboratori e dall’altra delle politiche di gestione aziendale di 153 aziende. Il Trust Index, parametro di riferimento per l’elaborazione della Top 60, tiene conto per i 2/3 del punteggio finale assegnato da dipendenti e collaboratori alla propria realtà lavorativa, e per la restante parte dell’analisi sulle pratiche di gestione delle risorse umane.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *