RADIAZIONI IONIZZANTI, ANCORA SCARSA LA CONOSCENZA TRA LA CLASSE MEDICA
La formazione rimane un elemento fondamentale – Internet principale fonte di informazione
Una ricerca commissionata da AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica) evidenzia come a distanza di un anno dall’entrata in vigore del D.Lgs 101/2020, che recepisce la Direttiva europea 2013/59/Euratom, gli operatori del settore siano ancora confusi sui contenuti e gli obiettivi. C’è ancora molto da fare sulla formazione del personale medico.
Radiazioni ionizzanti: medici e dentisti sanno cosa sono ma pochi hanno avuto una formazione più dettagliata sul rischio e sulle procedure di prevenzione associate all’esposizione di queste radiazioni. L’entrata in vigore, quasi un anno fa, del Decreto legislativo 101/2020 che stabilisce le norme sulla sicurezza riguardo i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti sulla carta è stata una cosa molto apprezzata dagli operatori del settore ma che concretamente ad oggi ha trovato poca applicazione pratica e una limitata informazione sui contenuti del D.Lgs.
Sono i dati emersi da una ricerca realizzata da GPF Inspiring Research, presentati e discussi durante il Convegno nazionale AIFM svoltosi ieri a Torino.
Più in dettaglio la ricerca condotta su un campione di medici di base e dentisti mette in evidenza come solo il 41,7% dichiara di conoscere bene le radiazioni ionizzanti e i rischi per la salute del paziente. Il dato è simile se si fa riferimento al contenuto del D.Lgs 101/2020: infatti solo il 42% degli intervistati dichiara di conoscere la normativa (addirittura solo il 18,6% degli intervistati afferma di conoscere bene la normativa).
La ricerca mette in evidenza come la percezione del Decreto legislativo 101/2020, tra i conoscitori di esso, riguarda soprattutto due aspetti: la capacità di limitare le variazioni di dosi clinicamente non giustificate e (ancora prima, soprattutto nella percezione dei medici) il favorire il rinnovo delle apparecchiature installate in radiologia. Risultano meno importanti formazione degli operatori sanitari e informazioni dei pazienti (punti chiave in realtà della normativa).
Sulla formazione c’è ancora molto da lavorare. Seppur la formazione è un privilegio per pochi, chi ha avuto la fortuna di farla ne conferma l’utilità.
Tra i conoscitori del D.Lgs, solamente il 42% è stato raggiunto da corsi di formazione specifica (un dato molto inferiore tra i medici di base, con solo il 29%). Si conferma, anche in questo caso, un ampio margine di miglioramento: formazione necessaria non solo sulle radiazioni ionizzanti in quanto tali, ma anche sul D.Lgs 101/2020 nello specifico.
Che sia necessario aumentare il livello di formazione lo dimostra il fatto che per più di un medico su 10 ed esattamente un dentista su 10 pensa, sbagliando, che l’ecografia emetta radiazioni ionizzanti; il dato inerente alla percezione di emissioni di radiazioni ionizzanti nella risonanza magnetica è ancora più elevato, con circa metà campione (più di metà dei medici, poco più di un terzo dei dentisti) che ritiene la risonanza magnetica a rischio radiazioni ionizzanti.
Sul tema dell’informazione sorprende un dato: Internet risulta la maggiore fonte per i medici e i dentisti sulla conoscenza dei rischi delle radiazioni ionizzanti. Il 59% del campione, infatti, dichiara di aver cercato notizie tramite l’online.
In conclusione dalla ricerca emerge come Il tema delle radiazioni ionizzanti e la sua regolamentazione all’interno del D.Lgs 101/2020 rappresentano un ambito con forte potenziale di intervento ulteriore, scontando conoscenza (qualificata) limitata e il persistere di equivoci ed errori percettivi anche tra i professionisti che dovrebbero essere più informati, con una sottovalutazione dei rischi associati.
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Michele Stasi AIFM
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