Prorogata fino al 20 marzo la mostra Umberto Eco, Franco Maria Ricci LABIRINTI Storia di un segno Al Labirinto della Masone un percorso multimediale alla scoperta di un segno universale

Se l’immagine del labirinto ha una storia millenaria, questo significa che per decine di migliaia di anni l’uomo è stato affascinato da qualcosa che in qualche modo

gli parla della condizione umana o cosmica. (Umberto Eco)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mostra del Labirinto della Masone, Umberto Eco, Franco Maria Ricci. LABIRINTI Storia di un segno, inserita anche nel programma delle attività di Parma 2020+21 Capitale Italiana della Cultura, che avrebbe dovuto concludersi con il mese di settembre, è prorogata fino al 20 marzo 2022.

Grazie ad innovativi allestimenti multimediali a cura di NEO [Narrative Environments Operas], studio di ricerca e progettazione di ambienti narrativi in particolare nell’ambito di esposizioni e musei e già autore di prestigiosi progetti di digital art (come quello vincitore del XXVI premio Compasso d’Oro lo scorso settembre), il Labirinto si trasforma in un vero e proprio metalabirinto, introducendo i visitatori in un percorso di parole e pensieri, tra allestimenti scenografici e digitali e prestiti di rilievo, alla scoperta della storia e del significato di uno dei simboli più antichi al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’esposizione si sviluppa in quattro sale, tra le quali i visitatori sono accompagnati dalla guida di ombre nobili e sapienti legate alla storia di Ricci – non solo Umberto Eco ma anche Jorge Luis Borges – con transiti multimediali di parole e pensieri.

In una delle sale, dedicata proprio a Eco, la voce e le parole – brani, citazioni e riflessioni – del grande scrittore guidano il pubblico in un labirinto dalle pareti riflettenti: un dedalo di specchi animato da visioni che invitano a rileggere la storia del labirinto nei suoi significati simbolici e psicologici.

Nell’altra sala multimediale sono invece opere d’arte a raccontare lo sviluppo storico dei labirinti in un’immersione a 360 gradi: l’iconografia dei labirinti, le immagini e le animazioni contribuiscono a realizzare un ambiente mutevole e dinamico.

In un altro ambiente si trovano prestiti importanti con dipinti affascinanti e misteriosi, e diverse opere a stampa e miniate dal rinascimento ad oggi, oltre alla rivista Minotaure di Skira, per toccare con mano l’idea di labirinto e di come questo simbolo abbia partecipato alla Storia del mondo.

E ancora, una selezione delle opere del contemporaneo Giovanni Soccol dalla serie Labirinti, conduce i visitatori tra scenari affascinanti e simbolici che rappresentano una vera e propria indagine emotiva.

L’esposizione è accompagnata da una guida/catalogo delle opere esposte di Soccol unito al volume Labirinti, interamente curato da Franco Maria Ricci e pubblicato con Rizzoli – ristampa aggiornata della versione del 2013 – con la prefazione di Umberto Eco, il testo di Giovanni Mariotti, che porta il lettore alla scoperta della storia dei labirinti e il dizionario mitologico a cura di Luisa Biondetti per approfondire la parte del mito legata alla cultura greca.

 

A latere della mostra, quasi un’introduzione/appendice, le opere dell’artista contemporanea Marisa Zattini (Forlì 1956), raccolte nella sezione Labirintica. In limine Daedalus, curata da Maddalena Casalis e documentate nella guida/catalogo (48 pagine, con testi di Gianfranco Laureano, Giovanni Ciucci e una nota in margine all’opera, dell’artista).

 

La mostra è realizzata con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Emilia-Romagna, Comune di Fontanellato, Comune di Parma e gli allestimenti sono a cura di Neo Tech.

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