Procreazione Medicalmente Assistita: la fecondazione eterologa mediante ovodonazione. Chi sono e cosa pensano le donatrici?
Ne parliamo con la dottoressa Alessandra Vucetich, specialista in Ginecologia e Ostetricia, membro dell’equipe medica del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita della Casa di Cura La Madonnina di Milano, parte del Gruppo San Donato, che opera in partnership con Clinica Eugin
Il ricorso a trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è sempre più frequente nelle coppie che soffrono di problemi di infertilità. Quando gli ovociti, ossia i gameti femminili, sono di qualità o quantità inadeguata a garantire il concepimento mediante trattamenti di tipo omologo (ossia trattamenti che utilizzano gli ovociti e gli spermatozoi della coppia), il consiglio degli specialisti è quello di sottoporsi a trattamenti di tipo eterologo mediante ovodonazione. La quantità e qualità degli ovociti utilizzabili per la fecondazione in vitro si riduce con l’avanzare dell’età della donna ed è ancora troppo poco conosciuto il fatto che, dopo i quaranta anni, la possibilità degli ovociti di generare un embrione che conduca a una gravidanza risulta fortemente ridotta. Dopo i 43 anni tale efficienza risulta addirittura quasi nulla, se rapportata non alle gravidanze ottenute ma a quelle portate a termine con la nascita di un bambino.
Chi sono le donatrici di ovociti?
“Molte donne che ricevono un trattamento di Riproduzione Medicalmente Assistita con donazione di ovociti si chiedono quale sia il profilo di una donna che decide di donare e quale sia la ragione che l’abbia spinta a farlo.” spiega la dottoressa Alessandra Vucetich, membro dell’equipe medica del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita della Casa di Cura La Madonnina di Milano, parte del Gruppo San Donato, che opera in partnership con Clinica Eugin. “Secondo i dati raccolti da Clinica Eugin, possiamo affermare che le donatrici di ovociti sono solitamente donne giovani, con un’età media di 27 anni, e istruite. Il 71% ha realizzato come minimo studi superiori e il 52% ha svolto studi universitari. Possiamo aggiungere che il 70% delle donatrici è single e che il 42% di loro ha un lavoro. La ragione che spinge queste donne a donare i propri ovociti, nella maggior parte dei casi, è il semplice altruismo, il desiderio quindi di aiutare un’altra donna nell’impossibilità di diventare madre a causa di malattie, problematiche genetiche o altre cause”. Spiega la dottoressa Vucetich.
E’ importante sottolineare che Clinica Eugin ha centralizzato le attività connesse alla donazione in Spagna, una nazione la cui cultura della donazione è fortissima. Solo per fare un esempio: da molti anni la Spagna è al primo posto mondiale per quanto concerne la donazione e il trapianto di organi. Oggi il tasso è di 35 donatori per milione di abitanti, mentre la media dell’Unione Europea è di 19.
Cosa spinge le donne a donare i propri ovociti?
“Alcune donatrici di ovociti sono già mamme e capiscono il desiderio di una donna di diventare mamma a sua volta, altre hanno familiari stretti con un trascorso caratterizzato dalla difficoltà a realizzare il sogno di genitorialità e sono consapevoli di cosa possa significare ricevere la solidarietà di un’altra donna.” prosegue la dottoressa Vucetich. “Uno studio, condotto su 1.400 donatrici, con una età media di 27 anni, di 60 cliniche di PMA e di 11 paesi europei, e presentato in occasione di un congresso ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embriology), ha indagato le ragioni che spingono le donne a donare i propri ovociti. Il 48% delle donne dona gli ovociti per puro altruismo, mentre solo il 10% delle donne dichiara di avere donato per motivi meramente economici”.
La selezione delle donatrici
Presso Clinica Eugin le donatrici vengono sottoposte ad analisi mediche e psicologiche secondo i più elevati standard internazionali per efficacia e sicurezza, per verificare e garantire che il loro stato di salute sia ottimale. La procedura prevede l’esecuzione di esami medici completi, un’attenta valutazione psicologica e un’analisi di rilevamento di malattie rare. Le donatrici devono inoltre soddisfare i seguenti requisiti:
Avere un’età compresa tra i 20 e i 35 anni;
- Risultare negative all’esame delle malattie a trasmissione sessuale (MTS): sifilide, epatite B e C, HIV, clamidia, gonococco;
- Non avere malattie geneticamente trasmissibili nella propria famiglia;
- Avere un buono stato di salute psico-fisica.
- Al termine di questi rigorosi accertamenti, solo il 47% circa delle donatrici femminili è riconosciuto idoneo per donare i propri ovociti.
Informazioni sulle donatrici e matching personalizzato
“Spesso le donne che seguono un trattamento di fecondazione in vitro con ovociti donati si chiedono che cosa potranno conoscere della loro donatrice.” spiega la dottoressa Vucetich. “La donazione di ovociti in Italia e in Spagna è totalmente anonima e per questa ragione si avranno solamente informazioni generali riguardanti la donatrice. Queste saranno informazioni di carattere clinico: in particolare l’età della donatrice, necessaria per la diagnostica prenatale quando è in corso la gravidanza, l’emogruppo e l’RH della donatrice. Questo dato deve essere in linea con quello dei due genitori. In Spagna esistono molte donatrici di ovociti, è quindi abbastanza semplice eseguire una scelta adeguata anche per quanto riguarda le caratteristiche fisiche della donatrice: peso, altezza, corporatura, colore di occhi, pelle e capelli. Di tutto ciò si prende cura il team che seleziona la donatrice, secondo gli standard più elevati, che si richiamano alla condotta di buona pratica clinica della medicina dei trapianti, di organi tessuti o cellule”. Conclude la dottoressa Vucetich.