L’ustione, questa sconosciuta
L’ustione può avere conseguenze di varia entità anche dal punto di vista sociale e lavorativo in quanto le cicatrici possono deturpare aree esteticamente rilevanti (volto, collo, mani) e compromettere la funzionalità di alcuni distretti corporei (apertura delle braccia, sollevamento/rotazione del capo sul collo). L’ustione può esser causata da liquido bollente (acqua, olio), da fiamma, da contatto con superfici roventi, da sostanze chimiche. Gli incidenti domestici e gli infortuni sul posto di lavoro sono tra le principali cause d’ustione.
In Italia, si registrano circa 400 decessi annuali da ustione: le fasce d’età più colpite sono quella dei bambini (più maschi che femmine) da 0 a 4 anni e quella degli ultrasessantacinquenni. I bambini hanno una cute particolarmente delicata e sottile: perciò in questi casi l’ustione risulta più grave. Nei più piccoli, l’ustione è provocata più spesso in cucina, per contatto con liquidi bollenti, durante le attività della vita quotidiana. Invece, nell’adulto, le ustioni derivanti dall’utilizzo improprio dell’alcool, soprattutto in ambito domestico, rappresentano il 4% di tutti i traumi.
Che fare in caso di ustione
In caso di ustione, è raccomandato lavare abbondantemente l’area ustionata con acqua corrente fresca (seguendo la regola dal 10-10-10: far scorrere l’acqua a circa 10°C di temperatura, 10 cm sopra la zona ustionata, per 10 minuti); così facendo non solo si limitano i danni, ma si lenisce il dolore. In questo momento bisogna togliere dall’area ustionata ogni oggetto che potrebbe creare problemi. Sarebbe opportuno rimuovere tutti gli indumenti, sfilandoli o meglio ancora tagliandoli, avendo particolar cura nel non strappare quelli che si sono attaccati alla cute. Poi, bisogna proteggere con garza sterile o altro tessuto fresco di bucato avendo cura di non bucare o asportare le vesciche (flittene) che possono formarsi. Infine, recarsi quanto prima in Pronto Soccorso o contattare il 118. E’ altresì importante diffidare da rimedi casalinghi. E’ capitato di sentirne di tutti i colori: chi ha applicato l’olio o altre sostanze oleose, chi l’albume d’uovo, chi la patata, chi gel ricavato da alcune piante, chi addirittura il dentifricio! Non solo si tratta di rimedi talvolta peggiorativi per la lesione, ma fanno aumentare il rischio infettivo.
Se l’ustione è provocata da una folgorazione, prima di soccorrere bisogna interrompere il passaggio di corrente spegnendo se possibile l’interruttore generale ed allontanare la vittima con un bastone di legno o con una corda. La scarica potrebbe aver attraversato il cuore, alterandone la funzionalità elettrica. In questa circostanza, è raccomandato contattare immediatamente il 118 e, se possibile, soccorrere la vittima con respirazione e massaggio cardiaco. Evenienza comune nella popolazione generale è l’eritema solare; la cute ustionata va incontro a modificazioni attraverso le quattro classiche fasi: arrossamento, infiammazione, pigmentazione e desquamazione. L’entità del danno è variabile a seconda della durata dell’esposizione, dell’ora della giornata nella quale ci si è esposti e della sensibilità del soggetto (fototipo). Le ore con maggior irradiazione di raggi ultravioletti sono quelle che vanno dalle 10/11 alle 15/16. Per prevenire l’eritema solare è fondamentale applicare una crema solare con alto fattore di protezione. I problemi che l’ustione di II e III grado provocano nella fase acuta sono essenzialmente tre: il dolore, la perdita di liquidi e l’infezione. Il dolore è la conseguenza della lesione dei tessuti e può essere di diversa entità: da lieve ad importante; talvolta, quando l’ustione è particolarmente profonda, il dolore può essere assente. La perdita di liquidi è dovuta alla perdita di funzione della cute: la cute normalmente ha funzione di barriera e di termoregolazione. La lesione della cute quindi può portare l’ustionato fino ad una fase di shock. La perdita della barriera cutanea fa sì che i microrganismi patogeni nelle prime 48 ore inizino a colonizzare le lesioni: è così che si crea l’infezione. Non solo l’infezione può diffondersi dalla superficie agli organi interni, ma rallenta o addirittura ostacola i processi riparativi.