La balbuzie si può rieducare. Presentato ad Amsterdam il primo metodo scientifico in corso di validazione

Il Vivavoce Research Institute di Milano sarà l’unica realtà italiana a partecipare alla XIII International Conference for Cognitive Neuroscience (ICON) di Amsterdam dal 5 all’8 agosto con un progetto di ricercanell’ambito dei disturbi del linguaggio, in particolare sulla balbuzie.

Il team JPMappstech, composto da John-Paul Della RosaMatteo Canini e Pasquale Della Rosa, presenterà infatti il secondo step del percorso di validazione scientifica del metodo MRM-S.

A sviluppare il Metodo MRM-S (Muscarà Rehabilitation Method for Stuttering) è stato Giovanni Muscarà, classe 1982, ex balbuziente, fondatore a Londra nel 2011 dell’International Stuttering Centre, che ha poi portato a Milano l’anno successivo. Nel 2015, con l’apertura della nuova sede, è nato il Vivavoce Institute, specializzato nel trattamento rieducativo della balbuzie che si avvale di un’equipe di professionisti qualificati nell’ambito della neuropsicologia, della fisioterapia e della logopedia.

“Il desiderio di poter essere libero di dire quello che volevo, quando volevo e come volevo – ha spiegato Giovanni Muscarà fondatore del Vivavoce Institute – senza dover essere per forza un’altra persona, questo mi ha dato la determinazione di studiare un metodo diverso”.

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Il metodo non si limita a insegnare rimedi per evitare la balbuzie (prolungamento di suoni, iperarticolazione e cantilene) o ad affrontare il problema esclusivamente dal punto di vista psicoemotivo, ma che prevede un lavoro di rieducazione della persona nella sua totalità e unicità, dal controllo del singolo movimento necessario a produrre un fonema, alla gestione del linguaggio in un contesto di ansia e di stress.

La balbuzie è caratterizzata da molteplici fattori che interagiscono tra loro. Primo fra tutti la componente motoria che non interessa soltanto i distretti corporei specificamente deputati all’atto fono-articolatorio, ma la motricità della persona più in generale. Anche variabili di natura socio-emotiva e cognitivo-comportamentale rivestono un ruolo importante nell’impatto della balbuzie sulla quotidianità e nella sua “cronicizzazione”, condizionando (e in molti casi limitando fortemente) la qualità di vita della persona.

Il metodo del Vivavoce Institute, basandosi sulla teoria del motor learning, si pone l’obiettivo di rieducare il sistema motorio del linguaggio della persona che balbetta, attraverso l’apprendimento, la coordinazione e la pratica di singoli movimenti e di precisi schemi motori (respiratori, fonatori e articolatori). Una volta ripresa padronanza dei propri movimenti, e di conseguenza della propria voce, la persona sarà in grado di affrontare con meno stress e meno ansia le situazioni quotidiane.

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Il cambiamento ottenuto a livello emotivo, cognitivo e comportamentale (che impatta sulla qualità di vita) è quindi conseguenza della nuova capacità di controllo acquisita. È l’approccio multidisciplinare, che tiene conto di tutte le variabili in gioco, a rendere così efficace questo metodo.

Lo sa bene Andrea Delianni, il 21enne “tentatore” romano di Temptation Island – il reality più seguito della TV –  che ha dimostrato a milioni di telespettatori e a se stesso di aver vinto la balbuzie. Come? Proprio grazie a Giovanni.

“Giovanni non ha mai cercato di vendermi un prodotto – racconta Andrea – mi ha solo detto di provarci con impegno senza darmi un tempo prestabilito, ma lavorando con determinazione e calma sulle mie difficoltà e potenzialità”.

Andrea Delianni è un modello è un attore. Qualche mese fa tenta per puro caso il provino di Temptation Island e lo passa. Entra nel reality come tentatore. Lo scopo è insidiare le coppie partecipanti e fare in modo che si lascino. Definito fin da subito il “cucciolo” del reality, viene eliminato a metà programma, ma il suo successo personale va ben oltre il gioco. Ora riceve proposte di lavoro come testimonial di brand e la sua vita è cambiata, completamente, grazie a Giovanni Muscarà. Giovanni è il suo mentore, l’ideatore del metodo che gli ha permesso di superare la balbuzie.

La storia di Andrea da balbuziente comincia con le prime parole. In famiglia nessuno ha questo problema. Alle elementari la sua difficoltà è molto forte, evidente la sua fatica a parlare senza balbettare. Crescendo si sente incompreso, ha dei blocchi e gli altri lo vedono strano, non normale, però lui, tenace, continua a socializzare. A 6 anni inizia l’iter dei corsi. Arrivato al suo primo corso a Velletri si rende conto che anche altri bambini hanno il suo problema e si sente al sicuro. Capisce che non è più una stranezza ma un problema da affrontare. Alla fine dei corsi, però, la balbuzie non passa.

Seguono altri 4 corsi dove sembra migliorare ma poi torna a fare fatica e quindi a balbettare. Con la prima fidanzata iniziano le prime ansie e ricomincia a non parlare, mostrando una balbuzie molto evidente.

Tra i suoi ricordi più brutti, la sua maturità: un’ora di scena muta, una fatica spaventosa nell’articolare il minimo suono sotto lo sguardo severo della commissione. Un altro ricordo negativo si lega alla fine del suo penultimo corso. Pieno di aspettative per aver acquisito un metodo entra in un ristorante per ordinare e non riesce nemmeno a pronunciare una sillaba.

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Così Andrea arriva al Vivavoce Institute. Cerca su Internet e trova un video di Giovanni Muscarà che parla a dei ragazzi. Chiede a suo padre di chiamarlo, perché Andrea in quel periodo è in crisi e dalla sua bocca non escono più le parole.

Andrea e Giovanni si incontrano per la prima volta a Roma e la faccia simpatica e affettuosa di Giovanni conquista Andrea e suo padre.

Anni di paure e di solitudine, quella vergogna a parlare che blocca ogni pensiero, Andrea l’ha vinta! 24 ore di microfono al giorno e nessuno si è accorto di nulla.

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