Non è tutto naturale quello che è green
Il Prof. Leonardo Celleno, presidente di AIDECO, fornisce alcuni consigli su come scegliere i cosmetici green. Occhio al bollino.
Il giro d’affari dei cosmetici green è sempre più in espansione. Secondo i dati forniti da Cosmetica Italia, nel 2017 il 9% del fatturato del settore cosmetologico, precisamente 950 milioni di euro arriva dalla vendita di prodotti “naturali”. Non si tratta di un caso isolato, ma anzi è un fenomeno che si protrarrà negli anni. La conferma arriva dalla ricerca effettuata da Human Highway, azienda di ricerche on-line, in cui risulta che più di 7 consumatori su 10 in Italia ritengono che la “produzione sostenibile e attenta all’ambiente e ai vincoli etici” sarà il filo conduttore delle loro scelte di acquisto.
Ma cosa si intende per naturale?
“Naturale non significa per forza ‘buono’ – precisa Leonardo Celleno, presidente di AIDECO Associazione Italiana di Dermatologia e Cosmetologia. Qualcuno potrebbe dire che un prodotto è naturale perché ad esempio è a base di erbe alpine, salvo poi scoprire che non ne contiene in quantità diversa da altri”. A meno che non si azzardi l’acquisto da bancarella, ovvero attraverso canali non controllabili, “non si tratta tanto di insidie per la salute, perché anche questi cosmetici sono fatti a norma di legge”. Quanto alle possibili allergie, “i cosmetici in generale, ‘verdi’ o meno, possono essere una fonte importante e comunque non allarmistica – tranquillizza lo specialista. Le sostanze più a rischio nel causare dermatiti allergiche (diverse dalle dermatiti irritative, che sono più comuni ma di cui i cosmetici più raramente sono fonte) sono le fragranze, seguite dai conservanti”.
Occhio al bollino
Ai cultori della natura ‘in vasetto’ Celleno consiglia di “scegliere prodotti di aziende serie e conosciute, con etichette chiare, che non promettano azioni mirabolanti e che siano certificate dagli enti preposti“. Insomma, occhio al bollino. Il concetto di base del cosmetico green è quello di sostituire le sostanze di origine sintetica con sostanze di provenienza naturale ma che siano altrettanto performanti, cioè ugualmente valide dal punto di vista organolettico e quindi della gradevolezza del prodotto finale. In Italia gli enti certificatori sono almeno 4 o 5, da ICEA (Istituto per la certificazione etica e ambientale) a CCPB (Consorzio per il controllo dei prodotti biologici).
Il business del cosmetico naturale diventa sempre più importante
“La tendenza comunque ormai è questa – conferma Celleno. Anche le multinazionali cosmetiche più storiche, che avevano come ‘must’ il cosmetico convenzionale,oggi rivendicano la presenza di sostanze naturali (soprattutto vegetale) praticamente in tutte le loro linee. D’altra parte la cosiddetta chimica non solo non ha più molto appeal presso il consumatore, ma ha perso molto anche in ricerca per ragioni che prescindono dalla tendenza sociale o dal biologico o dal vegetale. Le regole sono molto più stringenti, la normativa è più severa e dunque è molto difficile sintetizzare qualcosa di nuovo che venga facilmente accettato”.