IL COACHING MIGLIORA LA QUALITA DELLA VITA……….

………..DI SOGGETTI SANI, PAZIENTI E SANITARI UNO STUDIO ITALIANO NE HA MISURATO L’ IMPATTO

 

 

 

 

Le istituzioni si sono occupate con crescente impegno delle tematiche di empowerment e di coinvolgimento dei cittadini come target centrale che, dotati di opportuni strumenti, possono essere soggetti attivi nella costruzione di comportamenti di salute.

Si sta consolidando l’uso del coaching che secondo ICF (International Coaching Federation) ‘é quella partnership tra due persone che attraverso un processo creativo stimola la riflessione e consente di sviluppare il potenziale individuale’ anche per il coinvolgimento del cittadini/pazienti come soggetti consapevoli, attivi, responsabili e competenti, in ambito socio-sanitario.

“Dobbiamo iniziare a pensare alla salute e al benessere come ad un prodotto collettivo derivante dalla confluenza di cultura e comportamenti a cui ciascuno contribuisce con le proprie competenze (quelli che gli anglosassoni definiscono con il termine “skills”), che possono essere sviluppate,potenziate e diffuse in una spirale virtuosa” spiega la Dott.ssa Francesca Cioffi, ideatrice di IPACS

Ipacs vuole porsi come un elemento di raccordo tra istituzioni e cittadini.
Metterà in campo progetti per l’empowerment delle persone in ambito socio sanitario grazie a pacchetti integrati di coaching, mentoring e formazione partecipata.

L’empowerment è un principio contemplato anche dalla macro fase IV del Piano Nazionale delle Cronicità: un progetto partecipato, orizzontale, che prevede un passaggio dal ‘piano’ di cura al ‘patto’ di cura, fino al progetto di vita degli individui e non solo più quindi l’intervento terapeutico in caso di una patologia cronica. L’empowerment dei cittadini può diventare quindi un vero e proprio strumento di governo.

Secondo Marina Cerbo, Direttore dell’Area HTA: innovazione e sviluppo a supporto delle Regioni di Agenas: “il coaching nel settore sanitario, sviluppato, con metodi e strumenti robusti e da parte di professionisti certificati, si configura senza dubbio come una tecnologia, nell’accezione più ampia dell’Health Technology Assessment, di particolare rilevanza per promuovere la realizzazione dell’integrazione di percorsi socio assistenziali centrati sui bisogni e le aspettative della comunità”.

Un recente studio pilota pubblicato su HTA FOCUS [1] ha calcolato l’impatto del coaching sulla qualità di vita di 10 operatori socio-sanitari per un periodo di 8 mesi. Dopo un ciclo di 8 incontri con un coach, il 90% di essi ha mostrato un miglioramento delle propria resa personale e professionale, l’80%ha apprezzato un miglioramento del proprio stato emotivo e il 70% ha riferito un miglioramento nella qualità delle proprie relazioni familiari e sociali.

Ma non è tutto perché il 60% ha migliorato la sensazione di felicità e percepito una riduzione della stanchezza e di esaurimento con un recupero di energie in una benefica attività fisica (per il 50% del campione). In conclusione l’uso del coaching ha mostrato un miglioramento complessivo di 10 indicatori della qualità di vita che riuniscono lo stato fisico, emotivo, mentale (misurati con il questionario SF-36). Qualità di vita intesa nel senso attribuitole nel 2002 da Amartya Sen come capacità di conseguire attraverso la libertà di scelta un ‘funzionamento’ di valore e non in riferimento a risorse economiche.

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