HIV. Kenia dal team di ricerca dell’agenzia statale possibile svolta nella lotta al virus
di Maria Grazia Elfio
Deve ancora affrontare il test della sperimentazione umana, ma se confermate le potenzialità del farmaco denominato UniPron – prodotto in forma di gel dalla ricerca scientifica keniana, il cui brevetto e’ stato conseguito nel 2007, al costo di circa due milioni di euro – potrebbe rappresentare una svolta nei confronti dell’HIV. Il farmaco, ha spiegato Peter Gichuhi Mwethera, direttore di Medical Africa Limited e coordinatore della ricerca, insieme a Kavoo Linge e Hastings Ozwara, contiene un composto fortemente acido nel quale il retrovirus Hiv non può sopravvivere. Il prodotto – stando ai risultati della sperimentazione in laboratorio- utilizzato prima dell’atto sessuale, aggredirebbe anche il liquido seminale maschile, distruggendo gli spermatozoi e diventando, pertanto, anche un valido anticoncezionale. Sarebbe inoltre in grado di sconfiggere altre infezioni di origine sessuale. Laddove la sperimentazione umana si concludesse con successo, per le strutture di ricerca del Kenya si porrà il problema di individuare i giusti canali per produrre e commercializzare il prodotto sul mercato, senza che lo straordinario successo conseguito dai ricercatori africani, scrive Africa Express “venga fagocitato dai colossi farmaceutici mondiali”. Il team di scienziati che sono pervenuti a questo interessante esito, ci lavora da ben 12 anni. Un grande risultato per la ricerca scientifica di un Paese emergente. Peter Gichuhi Mwethera; Kavoo Linge e Hastings Ozwara, i tre medici che hanno guidato la ricerca condotta presso l’agenzia statale dell’IPR (Institute of Primate Research) regalano un momento glorioso ad un Paese martoriato dal virus HIV. Se la sperimentazione umana confermerà l’efficacia e la tollerabilità del farmaco, il Kenya segnerà una svolta epocale contro la piaga dell’AIDS. Per adesso sicuramente arriva il riconoscimento della Royal Academy of Engineering .“Questo è un farmaco dalle straordinarie potenzialità” – conclude Stuar Nichol, dell’autorevole organo scientifico Inglese- si tratta dunque di decidere, dopo che la fase della sperimentazione umana sarà conclusa con successo, come individuare i canali appropriati per produrre e commercializzare il prodotto sui mercati esteri”.