CAR-T e COVID-19: “Confronti regionali per superare e velocizzare criticità gestionali, amministrative e cliniche”
L’innovazione portata dalle terapie CAR-T al di fuori di ogni dubbio rappresenta
uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Con
l’attuale situazione Covid-19 servono nuovi modelli organizzativi rapidamente applicabili e scelte
immediate soprattutto in aree come queste che non possono attendere. Con lo scopo di far
confrontare esperti per condividere quanto di pratico sia stato già realizzato in molte Regioni e
quanto di questo possa servire a superare criticità gestionali, amministrative e cliniche, Motore
Sanità ha promosso una serie di Webinar regionali, oggi tappa in Toscana, dal titolo
‘BREAKTHROUGH INNOVATION CAR-T PROSPETTIVE ATTUALI IN EPOCA COVID-19’, realizzato
grazie al contributo incondizionato di GILEAD.
“Car-T rappresenta sicuramente una grande innovazione in campo oncologico. Si tratta di una
terapia riservata ad un numero limitato di casi per i quali la prognosi può cambiare, ma ad
elevatissimo costo e con problematiche complesse di gestione della tossicità. Il punto fondamentale
è che deve essere garantita in totale sicurezza a tutti i pazienti eleggibili. In un sistema a rete è
fondamentale che in tutti i nodi ci siano le conoscenze per individuare i casi eleggibili e che questi,
anche per la loro rarità, debbono essere indirizzati ad un numero limitato di Centri con le
caratteristiche adeguate alla loro gestione. La prospettiva di allargamento delle indicazioni deve
aprire una riflessione più approfondita, sia sui costi per il Servizio Sanitario Regionale che sulla
definizione delle strutture accreditate per tali terapie”, ha spiegato Gianni Amunni, Direttore Rete
Oncoematologica Toscana
“La terapia con CAR-T rappresenta il primo esempio di impiego clinico di cellule geneticamente
modificate non legato a sperimentazioni. I prodotti approvati sinora dalle Autorità Competenti
Europee ed Americane sono indirizzati al trattamento di alcune forme di tumori del sangue che non
rispondono alle terapie convenzionali; si prevede nei prossimi cinque anni l’introduzione nella pratica
clinica di prodotti analoghi rivolti ad altre patologie tumorali, ematologiche e non, mentre è in fase
iniziale di studio l’estensione di queste metodiche per il trattamento di malattie infettive e
autoimmuni. L’agenzia italiana del Farmaco (AIFA) ha recepito la normativa europea disciplinando
l’autorizzazione alla somministrazione delle CAR-T nei Centri di Trapianto di midollo osseo
accreditati; la Regione Toscana ha identificato nel 2019 le strutture operanti nelle Aziende
Ospedaliero-Universitarie. Ad oggi, le strutture qualificate alla terapia con CAR-T sono il Policlinico
di Careggi per i pazienti adulti ed il Meyer per quelli pediatrici. I primi pazienti sono stati trattati in
queste strutture nel primo semestre 2020, nonostante le difficoltà legate alla pandemia Covid”, ha
dichiarato Riccardo Saccardi, Direttore SOD Terapie Cellulari e Medicina Trasfusionale, AOU Careggi
“La terapia con linfociti modificati CAR-T costituisce una fondamentale innovazione terapeutica
basata su avanzate conoscenze biomolecolari e immunologiche. La possibilità di indurre linfociti
autologhi a combattere cellule neoplastiche spalanca panorami terapeutici precedentemente
impensabili. Questo progresso tecnologico rende necessario nuovo modello di collaborazione tra
pubblico e privato che, entrambi a vario livello, diventano protagonisti nella preparazione di queste
cellule modificate tanto da essere paragonabili a farmaci. Oltre alle garanzie necessariamente
fornite dalle Aziende coinvolte, le Unità Cliniche debbono fornire linfociti prelevati e isolati in maniera
standardizzata e mantenuti vitali fino al raggiungimento dei laboratori dove saranno manipolati. Le
cellule inviate nuovamente al reparto dovranno essere utilizzate sotto stretto controllo per i possibili
effetti collaterali: questo rende necessario un approccio multidisciplinare integrato. L’elevatissimo
costo e la difficoltà di preparazione impongono un’accurata selezione dei Centri in modo da garantire
la qualità e la sicurezza oltre ad un controllo della spesa. L’identificazione dei centri trapianto toscani
accreditati permette di garantire la correttezza delle procedure e di affrontare, con le strutture già
presenti, la nuova terapia senza un aggravio significativo dei costi necessari per le strutture cliniche
e di laboratorio. Questo presupposto è particolarmente rilevante alla luce dei prossimi ampliamenti
di indicazioni verso patologie decisamente più frequenti di quelle per le quali la terapia è oggi
autorizzata”, ha detto Mario Petrini, UO Ematologia AOU Pisana