Prestigioso premio della Società Europea di Cardiologia assegnato a giovane cardiologo del Gemelli in occasione del congresso internazionale Escardio 2020

Si chiama Rocco Antonio Montone, cardiologo intensivista, laurea e specializzazione all’Università Cattolica, campus di Roma


Assegnato al dottor Rocco Antonio Montone, giovane cardiologo della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, laureato e specializzato all’Università Cattolica, Campus di Roma, il prestigioso Young Investigator Award della Società Europea di Cardiologia – ESC. Il premio è stato conferito nel corso del congresso annuale Escardio, che si conclude oggi https://www.escardio.org/The-ESC/About/Awards/Young-Investigators-Awards.

L’importante riconoscimento ESC viene assegnato a un ricercatore under 40 per il miglior lavoro scientifico originale. La ricerca premiata, dal titolo “Macrophage infiltrates in coronary plaque erosion portend a worse cardiovascular outcome in patients with acute coronary syndrome”, è stata svolta in collaborazione tra Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e il Queen Elizabeth Hospital di Birmingham (UK) e ha avuto come supervisor i docenti dell’Università Cattolica e cardiologi del Policlinico Gemelli professor Filippo Crea e professor Giampaolo Niccoli.

La ricerca premiata.

L’erosione di placca è responsabile di almeno 1 caso su 3 di sindrome coronarica acuta. L’attivazione dell’infiammazione è considerata un meccanismo chiave nel rendere ‘instabile’ la placca aterosclerotica e quindi nel provocarne l’erosione che potrebbe condurre alla trombosi ‘occludi-coronaria’ e all’infarto. Fino a oggi non era mai stato studiato il ruolo dei macrofagi nell’erosione di placca. Gli autori di questo studio hanno valutato la presenza di infiltrati di macrofagi all’interno della placca ‘colpevole’ della sindrome coronarica acuta, attraverso l’OCT (Optical Coherence Tomography), una tecnica di imaging intracoronarico, che consente di osservare come al microscopio, ma in modalità ‘dal vivo’, le caratteristiche della placca aterosclerotica. Sono stati studiati in questo modo 153 pazienti; il 33,3% di loro presentava un’infiltrazione di macrofagi all’interno della placca ‘colpevole’ (all’OCT la placca emette una sorta di bagliori luminosi) e questa caratteristica si associava a una maggiore ‘malignità’ della placca aterosclerotica (cappuccio fibroso più sottile, maggiore presenza di trombi, elevato contenuto lipidico della placca). I pazienti con le placche infiltrate dai macrofagi sono inoltre risultati a maggiore rischio di mortalità cardiovascolare e di dover ricorrere alla rivascolarizzazione (mediante angioplastica) del vaso con la placca infiltrata rispetto a quelli senza infiltrato (21,6% contro 5,9%). “La presenza di infiltrato macrofagico nella placca ‘colpevole’ – commenta il dottor Montone, Dirigente medico UOC Cardiologia Intensiva, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – rappresenta dunque un nuovo fattore di rischio indipendente per eventi cardiovascolari e si associa a una tipologia di sindrome coronarica acuta più aggressiva e a una prognosi a lungo termine peggiore. Nell’era della medicina di precisione, questa scoperta è di grande importanza perché dimostra che la presenza di infiltrato macrofagico consente di individuare i pazienti a maggiore rischio cardiovascolare, che richiedono un approccio più aggressivo in prevenzione secondaria e un più attento follow up clinico”.

“I risultati di questo studio – commenta il professor Crea, ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica e direttore UOC di Cardiologia al Gemelli – a livello di pratica clinica stimoleranno una maggiore diffusione delle metodiche di imaging coronarico per caratterizzare al meglio il profilo di rischio dei nostri pazienti e destinare l’utilizzo di terapie antinfiammatorie di secondo livello, come il canakinumab o la colchicina, nei soggetti a rischio più elevato e che ne potranno trarre i benefici maggiori. Siamo orgogliosi del premio ‘Young Investigator Award’ che la Società Europea di Cardiologia ha assegnato al dottor Montone, perché valorizza il lavoro dei nostri giovani e la loro passione per la ricerca scientifica”.

Profilo del premiato.

Il dottor Rocco Antonio Montone ha conseguito presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma la laurea in Medicina e chirurgica, la specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare e il dottorato di ricerca in Cardiologia. Ha svolto una fellowship in cardiologia interventistica presso il Royal Papworth Hospital di Cambridge (UK), il più importante ospedale cardio-toracico della Gran Bretagna. Dopo una breve esperienza lavorativa presso l’IRCCS Policlinico San Donato di Milano, è rientrato al Gemelli per occuparsi di ricerca sulle sindromi coronariche acute. Dal punto di vista clinico svolge la sua attività come cardiologo interventista e di terapia intensiva coronarica. Papà di due splendidi bimbi, di 4 anni e due mesi, è sposato con Silvia, anche lei cardiologa. “Dedico alla mia famiglia questo premio – conclude il dottor Montone – e ringrazio il professor Crea e il professor Niccoli che hanno creduto in me e hanno supportato e illuminato il mio percorso di ricerca”.

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