COVID-19 e gravidanza: quale migliore prevenzione?
• Evidenze scientifiche internazionali escludono la gravidanza come fattore di rischio di complicanze da Covid-19, che risultano essere inferiori alle complicanze materne causate dall’influenza.
• La prevenzione rappresenta l’unica arma per affrontare con successo la gravidanza e il parto, anche in epoca Covid: applicazione rigorosa delle misure di igiene e sicurezza e attenzione a obesità, diabete e ipertensione.
• La presenza di fattori di rischio, obesità, ipertensione, diabete, malattie immunitarie, endocrine, associate alla gravidanza, in caso di infezione da Covid-19 possono essere un fattore aggravante la malattia e la prevenzione in queste pazienti gravide deve essere rigorosissima.
Il Covid non ha fermato le nascite in Italia e in questi mesi le future mamme, positive al SARS-CoV-2 e non, sono state messe nelle condizioni di sentirsi al sicuro e protette per vivere il ‘lieto evento’ con serenità. Eppure, sono ancora molti i dubbi e i timori delle coppie che hanno appena iniziato una gravidanza o che hanno il desiderio di “mettere in cantiere” un figlio.
A dare rassicurazioni e indicazioni per la prevenzione è la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), a partire dai dati dei lavori a cui ha contribuito il Prof. Enrico Ferrazzi, Professore ordinario di ginecologia del Policlinico di Milano-Mangiagalli, realizzato alla luce dell’esperienza lombarda e dei principali studi scientifici pubblicati in tutto il mondo. Il messaggio è univoco: l’arma per affrontare con successo la gravidanza e il parto si chiama prevenzione.
La prima buona notizia è che la gravidanza non rappresenta fattore di rischio per l’insorgenza di complicanze da Covid-19, anzi la possibile gravità dell’infezione da SARS-CoV-2 sembra essere addirittura inferiore alle complicanze materne causate dalla ‘comune’ influenza (Ferrazzi, British Journal Obstet Gynecol, 2020). A confermarlo è uno studio inglese (Docherty, British Medical Journal, 2020) su 16mila casi di adulti ospedalizzati nel Regno Unito, dei quali solo 55 sono risultati essere donne in gravidanza. Numeri simili sono stati osservati in Lombardia nella fase più acuta della pandemia: su 1700 pazienti ricoverati in terapia intensiva solo 12 erano donne in età fertile (Grasselli, JAMA, 2020). In Italia nessuna donna gravida è deceduta per complicanze da Covid-19, anche nelle regioni più colpite dalla pandemia.
Non vanno tuttavia trascurati alcuni fattori di rischio per le gestanti, in primis l’obesità, che facilita l’aggressività del virus, raddoppiando il rischio di ricoveri per sintomi materni gravi e di parto prematuro (Intercovid19), ma anche il diabete, l’ipertensione e la presenza di altre malattie croniche pregresse. Per queste donne la prevenzione assume una valenza fondamentale e, nel caso si cerchi una gravidanza, sarebbe prudente rimandarla almeno oltre la stagione fredda.
Dato confortante è anche quello relativo alla trasmissione verticale, da madre a feto, del virus SARS-COV-2 che è risultata un evento raro, circa 1 caso su 50 in uno studio internazionale su 700 gestanti ricoverate per Covid-19 (Intercovid-19, submitted, 2020). Dato confermato da un recente studio condotto dagli Spedali Civili di Brescia, che conferma, altresì, che i bambini nati a termine che risultano positivi al Covid non hanno di regola complicanze aggiuntive dovute al virus e che l’infezione tende ad evolvere verso la rapida guarigione sia della madre, sia del bambino.
Il fatto che la gravidanza non sia di per sé un fattore di rischio non vuol dire che le donne non debbano prestare la dovuta attenzione. A tal proposito, gli esperti raccomandano di attenersi in maniera rigorosa alle misure di prevenzione primaria che prevedono l’igiene frequente e accurata delle mani, il rispetto della distanza di sicurezza, l’attenzione a evitare il contatto con soggetti malati o sospetti.
Infine, sottolineano i ginecologi, è opportuno evidenziare come il percorso della nascita non sia sostanzialmente cambiato durante la pandemia, merito di una prudente ed efficiente organizzazione della rete dei Punti Nascita, soprattutto nelle regioni più esposte al virus, che ha consentito l’attivazione di percorsi ben definiti per tutelare la gravidanza, garantire un parto sicuro a tutte le donne e assicurare il massimo grado di sicurezza al personale sanitario.
Da qui il monito dei ginecologi alle istituzioni sanitarie regionali di continuare a garantire i normali percorsi di assistenza alla gravidanza, al travaglio e al parto, assicurando, presso le strutture territoriali e ambulatoriali, l’accesso protetto per l’esecuzione degli esami di routine, e presso gli ospedali percorsi completamente separati (Pronto Soccorso, sale parto, sale operatorie e puerperio) per tutelare sia le gestanti non infette dal virus, sia le gestanti positive, mettendo loro a disposizione le grandi strutture ospedaliere poli-specialistiche in grado di fornire tutte le cure eventualmente necessarie.