FINISCONO LE SFILATE MA RIMANGONO I DOLORI, I TACCHI ALTI FANNO SOFFRIRE OLTRE 8 DONNE SU 10: DAGLI ESPERTI I CONSIGLI PER PREVENIRLI E CURARLI
Dolori lombari, caviglie gonfie e doloranti, alluce valgo, infiammazione del tendine d’Achille e neuroma di Morton: questi alcuni dei disturbi che colpiscono sempre più spesso le donne che non rinunciano ai tacchi alti. Secondo uno studio dell’Institute of Health Sciences del Pakistan infatti l’86% delle donne è affetta da dolori provocati dal loro uso assiduo. Un rapporto di odio e amore che coinvolge molte celebrità come Julia Roberts, Jennifer Lawrence e Kristen Stewart.
“Non so chi abbia inventato i tacchi alti, ma tutte le donne gli devono molto” diceva Marilyn Monroe, inseparabile dalle sue décolleté tacco 11. Si può essere d’accordo o meno, ma è innegabile che questa tipologia di scarpa, simbolo di eleganza e sensualità, rappresenti un accessorio in grado di evidenziare stile e personalità di una donna. Sono molteplici i modelli “vertiginosi” che in occasioni come la Milano Fashion Week vengono presentati sulle passerelle per dettare le ultime tendenze. Non tutte le scarpe, però, sono adatte alla conformazione di ognuna: tra forma del piede, tipologia di arco plantare e patologie varie, scegliere il modello giusto è fondamentale per evitare traumi e dolori che, purtroppo, sono molto diffusi. Da un recente studio condotto dall’Institute of Health Sciences del Pakistanpubblicato su Health Science Journal è emerso infatti che l’86% delle donne prova dolori causati dai tacchi alti: in particolare, il 77,5% è affetto da dolori all’avampiedi, mentre il 6% associa il dolore alla zona centrale della pianta. Fenomeno che ha spinto sempre più donne a ribellarsi all’uso dei tacchi soprattutto quando viene imposto dalle aziende come in Giappone, protagonista del movimento #KuToo. Anche star internazionali come Julia Roberts e Kristen Stuart hanno scelto di seguire questa tendenza, togliendosi sandali vertiginosi sul red carpet e veicolando così un messaggio di libertà. Oltre a evitare tacchi più alti di 4 cm e indossandoli meno di tre volte a settimana, per ridurre i tempi di recupero in caso di infortunio, gli esperti ricorrono all’utilizzo della laserterapia Theal Therapy. Ma quali sono i disturbi legati all’utilizzo frequente di questa calzatura? “L’uso di scarpe con tacco alto influisce negativamente sul controllo neuromuscolare dell’equilibrio, con conseguente alterazione del sistema posturale. Studi cinematici e cinetici rivelano che indossare scarpe con tacco alto altera la deambulazione, la distribuzione pressoria plantare, le forze di reazione al suolo e le attività muscolari degli arti inferiori – afferma Angela Ravisato, dottoressa in podologia – Le alterazioni biomeccaniche e le deformità muscolo-scheletriche e ossee con maggiore incidenza sono le lesioni legamentose di caviglia, le degenerazioni articolari del ginocchio, dolori lombari e condizioni patologiche dell’avampiede.
Il tacco alto provoca un aumento della pressione a livello della prima articolazione metatarso-falangea e a livello centrale dell’avampiede con diminuzione della pressione a livello del mesopiede e del tallone. Lo spostamento anteriore comporta rigidità del tendine d’Achille, instabilità articolaredi caviglia e accorciamento dei muscoli del polpaccio”. Ma non è tutto. Un interessante studio arriva dai ricercatori dell’HanseoUniversity in Corea del Sud, i quali hanno voluto approfondire i danni provocati dai tacchi alti dai 10 cm o più, esaminandone gli effetti su 40 donne che li indossano regolarmente: lo studio ha dimostrato che in un primo momento sono in grado di rinforzare i muscoli della caviglia, ma l’uso prolungato provoca uno squilibrio muscolare, un fattore che mette in pericolo il benessere delle caviglie. Una delle patologie più diffuse legate all’uso frequente dei “trampoli” è l’alluce valgo, una deformazione delle dita con contemporanea sporgenza mediale del primo osso metatarsale. Le calzature troppe strette possono provocare il dito a martello, ovvero una deformità che assume un aspetto piegato in corrispondenza dell’articolazione centrale del dito stesso e si associa a dolore e callosità che nei casi più gravi possono ulcerarsi.
Un’altra patologia legata alla pianta dei piedi è il neuroma di Morton, un disturbo ortopedico che interessa uno dei nervi che attraversa il piede: secondo una ricerca dell’Health and Social Care Information Centre del Regno Unito pubblicata sul Daily Mail, tra il 2004 e il 2015 questo tipo di disturbo è aumentato del 115%. Ma non solo, anche la cervicalgia, il comune dolore al collo, può essere causato dall’uso assiduo dei tacchi, oltre che dall’assunzione di una postura scorretta.