Indagine Shampora: lo stress è la prima causa della perdita di capelli
Un problema temuto da donne e uomini e spesso incompreso è la perdita dei capelli. Incompreso perché per certi aspetti si tratta di un fenomeno fisiologico e quindi che non deve destare preoccupazione ma in alcuni casi, purtroppo, è segnale rivelatori di patologie o condizioni di squilibrio.
Quando si parla di fenomeno naturale? Secondo Shampora la media corretta di capelli persi al giorno è tra i 50 e i 100; se si supera questo quantitativo bisogna fare attenzione e porsi qualche domanda sul proprio stato di salute e sulle abitudini sbagliate che si stanno probabilmente portando avanti. Tra le manifestazioni di origine “patologica” si annovera il Telogen Effluvium, ossia una caduta consistente che si manifesta per due o tre mesi consecutivi dovuta solitamente a un forte trauma fisico, una malattia o un’infezione anche di tipo fungino. A comportare questo tipo di disturbo possono essere anche effetti collaterali di medicine. In questi casi è bene consultare il medico.
Le neomamme possono essere oggetto di un altro tipo di manifestazione: il Telogen Postpartum, ovvero un’abbondante perdita di capelli che si manifesta nei tre mesi successivi alla nascita del bambino dovuta principalmente agli squilibri ormonali; anche qui non bisogna allarmarsi: si tratta di un evento naturale.
Indagine Shampora su 15mila utenti
Shampora, azienda italiana che realizza prodotti haircare personalizzati per ogni cliente grazie a un algoritmo digitale, ha realizzato un’indagine su 15mila utenti da cui è emersa un’importante correlazione tra perdita di capelli e periodi di stress. Il 66% del campione studiato dichiara infatti di soffrire molto di stress e di esserne sottoposto quotidianamente; questo cluster dichiara di perdere tutti i giorni. Il 32% afferma invece di soffrire di stress solo in maniera occasionale e dichiara anche di perdere generalmente pochi o nessun capello (circa il 40%). Perdita di capelli o meno è curioso notare che i soggetti che si dichiarano essere “non stressati” sono comunque molto pochi, ossia solo il 2% del campione analizzato!