LA CULTURA RIFLETTE: VERBANIA, LA CITTÀ “GIARDINO SUL LAGO”, FRA LE SEMIFINALISTE PER IL TITOLO DI CAPITALE DELLA CULTURA ITALIANA 2022
Tra Arte, Cultura, Ville, Paesaggi e Cucina
«Se per caso si ha un cuore sensibile, bisogna vendersi anche la camicia pur di vedere i dintorni del Lago Maggiore» – Stendhal
Con un progetto il cui fil rouge è “l’acqua”, fondamentale per connotare visivamente la città e elemento che ne ha consentito lo sviluppo, Verbania è tra le dieci città semifinaliste che si contendono il titolo di “Capitale della Cultura Italiana 2022”.
Tutte le eccellenze culturali del Verbano si fondono e si esaltano a vicenda nel progetto alla base della candidatura, facendo emergere il loro legame inscindibile con l’eccezionalità ambientale e paesaggistica del lago: dalle meravigliose ville e i loro giardini, come Villa Taranto e Villa San Remigio, ai numerosissimi Festival letterari, musicali e performativi, passando per il Museo del Paesaggio e le sue collezioni, l’architettura avveniristica del Teatro Il Maggiore, le Isole Borromeo e il ricchissimo patrimonio storico-artistico e religioso.
Verbania è cultura diffusa, eclettismo ed equilibrio di sinergie, come quella tra i diversi paesaggi che si riflettono sul suo lago. Ma un ruolo di primo piano ha anche la commistione delle diverse voci e persone che hanno contribuito a rendere Verbania la “città giardino sul lago” che oggi conosciamo.
VERBANIA, TRA ARTE E CULTURA
Il Locus amoenus dei grandi Maestri della letteratura
Da Stendhal a Richard Wagner, passando per Lord Byron, Joseph M.W. Turner, James F. Cooper, Hans C. Andersen, Felix Mendelssohn, Alexander Dumas, Honoré De Balzac, Nicolaj Gogol, Franz Liszt, Ivan Turgenev, Charles Dickens, Gustave Flaubert e molti altri: sono solo alcuni dei viaggiatori provenienti dal Nord Europa che, rimasti estasiati dal Lago Maggiore, dalle sue coste e dalle Isole Borromeo, hanno registrato tutto il loro stupore sui rispettivi taccuini da viaggio, molti dei quali pubblicati anche sotto forma di romanzo. Tra i personaggi che soggiornarono sul lago Maggiore figura anche Ernest Hemingway, Nobel per la letteratura nel 1954, indimenticato autore de “Il vecchio e il mare”. Hemingway, che venne più volte in Italia, proprio sul Lago Maggiore ambientò la parte finale del romanzo “Addio alle armi”, in cui racconta l’esperienza della Prima Guerra mondiale.
Hemingway trasmette la sua passione per la pesca al protagonista del suo romanzo che s’avventura sul lago in compagnia del barman: “Io remavo mentre il barman sedeva a poppa e lanciava la lenza con un’esca a cucchiaino e con un peso al fondo per pescare le trote del lago… Remai verso l’Isola Bella e mi avvicinavo ai muraglioni, dove l’acqua diventava improvvisamente più fonda e si vedeva il muro di roccia scendere obliquo nell’acqua, e poi risalii verso l’Isola dei Pescatori, dove c’erano barche tirate in secco e uomini che rammendavano reti” narra lo scrittore.
Nei primi anni del XIX secolo è cambiato radicalmente il modo di concepire il viaggio: non è più solo un passaggio obbligato nella formazione culturale delle classi aristocratiche, diventa occasione di avventura e scoperta; le mete “obbligatorie” non sono più solo le grandi città d’arte, ma anche ambienti naturali come laghi e montagne. Non solo artisti internazionali: hanno avuto modo di soggiornare sulle sponde del Lago Maggiore anche numerosi patrioti e politici italiani come Giuseppe Garibaldi, Massimo D’Azeglio, Giulio Carcano, Pietro Borsieri, Cesare Correnti, Benedetto Cairoli, Felice Cavallotti, Giovanni Berchet e Ruggero Bonghi, che fu anche testimone delle discussioni filosofiche tra Antonio Serbati e Alessandro Manzoni raccolte poi ne Le Stresiane.
L’arte a Verbania: il talento artistico di Troubeztkoy
Verbania è anche la città di Paolo Troubeztkoy, famoso scultore impressionista celebre per la compenetrazione tra il soggetto e l’atmosfera circostante che caratterizza le sue opere, e che dona alla rappresentazione un’indeterminatezza che appartiene all’incessante mutevolezza della vita reale. Nasce a Verbania nel 1866 e, dopo lunghi viaggi all’estero, ritorna a vivere sul Lago Maggiore fino alla sua morte. Talento artistico naturale, insofferente allo studio sistematico, Troubetzkoy si considerò sempre un autodidatta, seppur di altissimo livello. Le sue sculture sono esposte in musei e città importanti, e l’artista ci ha lasciato il ritratto di un’epoca nei bozzetti in gesso e nelle sculture – ritratto di famosi protagonisti del mondo artistico dell’epoca: da Tolstoy a Segantini, da Gabriele D’Annunzio a Giacomo Puccini e Arturo Toscanini. Ed è anche a quest’ultimo, che proprio a Verbania amava ritirarsi per ritrovare ispirazione e creatività, che l’artista dedica un busto – ritratto conservato nel Museo del Paesaggio di Verbania, che appunto ospita una gipsoteca che vanta oltre 300 opere dello scultore di fama internazionale.
Musica a Verbania: la città “buen retiro” di Arturo Toscanini
Arturo Toscanini ebbe un rapporto speciale e privilegiato con Verbania ed il Lago Maggiore, che frequentò a lungo privilegiandolo per le sue vacanze estive. Il Maestro frequentava Pallanza già a partire dall’inizio degli anni ‘20 ospite della Contessa Bonacossi proprietaria di Villa S.Remigio, qui la Contessa riuniva numerosi artisti, pittori e musicisti milanesi. Ed è proprio in questo periodo che lo scultore russo Paolo Troubetzkoy lo immortalò. Toscanini in seguito, ossia nel 1927, affittò per i mesi estivi la villa dei principi Borromeo sull’Isolino di S. Giovanni, ove tornò per molti anni fino al 1938. Nel periodo successivo alla guerra, dopo l’inaugurazione nel 1946 del nuovo Teatro alla Scala di Milano ricostruito a seguito dei bombardamenti bellici, Toscanini ritornò a Pallanza fino al 1952. Molte sono le testimonianze che ritraggono il Maestro nelle sue frequentazioni nei vari luoghi di Verbania a lui cari ove il Maestro traghettava per raggiungere l’amato luogo di buon ritiro.
TEATRO MAGGIORE, QUANDO L’ARCHITETTURA DIVENTA SCULTURA
Nata dall’idea dell’architetto spagnolo Salvador Perez Arroyo del Gruppo Stones, sotto la guida del professionista romano Federico Bargone, la struttura del Teatro Il Maggiore così come la conosciamo è stata la vincitrice del concorso bandito da Verbania nel 2005 per la costruzione di una nuova struttura teatrale da realizzare in città. Il Teatro è stato costruito tra il 2010 e il 2016, con una sala principale con più di 500 posti a sedere, una sala più piccola con 120 posti, un ampio foyer e un’area esterna per la realizzazione di eventi all’aperto, per un totale di più di 1500 posti. “IL MAGGIORE è un contenitore funzionale pensato come una scultura – l’ha definito così l’architetto Perez Arroyo – Un’opera d’arte moderna e avveniristica che sarà ricordata da chi visita la città o arriva per assistere a qualche evento. Un posto bello non si dimentica e per Verbania sarà un biglietto da visita”. Dal momento della sua apertura, il teatro ha ospitato spettacoli di prosa e grandi classici del teatro internazionale, danza, comicità e musica: dai Legnanesi a Vittorio Sgarbi e Michele Mirabella; da Antonio Ornano a Ale e Franz, passando per il Don Chisciotte di Alessio Boni, la compagnia di danza Egribiancodanza, Beppe Severgnini, il Mentalista Francesco Tesei e moltissimi altri. Nel 2017 il Teatro Maggiore è stato selezionato come uno dei 75 migliori progetti architettonici del mondo per l’International Architecture Award dal Chicago Athenaeum.
VERBANIA, TRA VILLE STORICHE E GIARDINI UNICI
Villa Taranto e i suoi Giardini Botanici: uno dei parchi più importanti d’Italia, visitato ogni anno da più di 150.000 persone. Realizzata tra il 1931 e il 1940 dal capitano scozzese Neil Mc Eacharn con l’aiuto del botanico Henry Cocker, copre un’area di circa 20 ettari che raccolgono un vastissimo patrimonio botanico che conta più di 1000 specie non autoctone e 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica provenienti da tutto il mondo. I giardini di Villa Taranto fanno parte del prestigioso circuito inglese della Royal Horticultural Society.
Villa San Remigio: situata all’interno di un grande parco, tra fiori e statue antiche, la villa è delimitata a sud dalla piccola chiesa romanica di San Remigio (XII secolo) che dà il nome alla villa. È stata costruita dal marchese Silvio della Valle di Casanova, musicista e poeta, e dalla moglie Sophie Browne, appassionata pittrice, ispirandosi alle grandi ville italiane rinascimentali e barocche, volendo ricreare un luogo dove natura e forme artistiche potessero convivere in piena armonia. Dal giardino delle Ore all’Hortus Conclusus, passando per il Giardino della Letizia, della Mestizia, delle Memorie, dei Sospiri, le pregevolissime statue, decorazioni, ornamenti e le facciate barocche. Grazie alla collezione di spartiti autografi di Liszt del marchese, la villa è stata anche un importante punto di incontro di musicisti provenienti da tutta Europa e non solo. Attorno alla Villa San Remigio si trova un ampio parco con piante maestose e essenze, alcune molto rare.
Villa Giulia: costruita da Giuseppe Branca e dedicata alla moglie Giulia, è stata terminata nel 1884 come ampliamento di una villa preesistente costruita da Bernardino Branca, inventore del Fernet. Progettata dall’architetto Giuseppe Pirovano, che ha saputo unire le due facciate principali progettate in maniera differente (la prima più severa, quella verso il lago molto sfarzosa) a diversi elementi architettonici tra cui loggiati, colonne, saloni, una darsena e la famosissima terrazza circolare affacciata sul lago, oggi Villa Giulia è sede di numerose mostre ed esposizioni di arte contemporanea ma, soprattutto, ospita importanti manifestazioni quali la “Mostra della Camelia” nella sua versione Primaverile e Invernale, che valorizza le produzioni floricole locali, ed il salone del libro “Editoria e Giardini”, unica manifestazione interamente dedicata al giardino e al paesaggio in Italia, che attirano un turismo internazionale.
Villa Maioni – Biblioteca Civica: intitolata al filosofo di Intra Pietro Ceretti e costruita dall’industriale tessile Pietro Maioni, è stata istituita nel 1907 ed è nata come biblioteca popolare per “diffondere l’amore del sapere nelle classi operaie”. Circondata da un parco di circa 30.000 mq, la biblioteca oggi conserva più di 80.000 libri organizzati in sei sezioni.
I Giardini Botanici delle Isole Borromeo, l’Isola Bella e l’Isola Madre
L’Isola Bella: con le sue dieci terrazze che formano una piramide a gradoni e le sue fontane e prospettive architettoniche, può essere considerato uno dei giardini barocchi all’italiana meglio conservati a livello mondiale. Costruito intorno alla metà del 1600 da Giovanni Angelo Crivelli e dall’architetto Castelli con l’obiettivo di far assumere all’isola le sembianze di un vascello ormeggiato nelle acque del lago, era inizialmente destinato alla coltivazione di piante di agrumi, che univano la funzione estetica a quella pratica; nel secolo successivo iniziò l’introduzione di piante esotiche che aumentò nel 1800, con l’introduzione di specie provenienti da tutto il mondo.
L’Isola Madre: agli inizi del 1500 è stata acquistata da Lancillotto Borromeo, che ha introdotto la piantumazione di agrumi fatti arrivare appositamente da Genova: arance, limoni e bergamotti, nel corso dei secoli, hanno continuato ad aumentare soppiantando l’antica coltivazione dell’olivo. Nella prima metà dell’ottocento piante esotiche provenienti da tutto il mondo (magnolie, eucalipti, conifere, aceri, rododendri, azalee e molte altre) hanno sostituito gli agrumi, dando vita a un vero e proprio giardino all’inglese in mezzo al lago.
CULTURA DIFFUSA, DAI MUSEI ALLE CHIESE
Palazzo Viani Dugnani – Museo del Paesaggio: dal 1914 il palazzo Viani Dugnani ospita il Museo del Paesaggio, fondato nel 1909 dal Prof. Antonio Massara, la più importante istituzione culturale della città. Il Professore aveva individuato nel paesaggio il maggior valore del territorio del Verbano e riteneva che fosse indispensabile difenderlo “dal basso”, con la presa di coscienza del suo valore da parte della popolazione. Attualmente il museo è organizzato in cinque sezioni dedicate a pittura (con una ricchissima collezione che comprende anche opere di Luigi Litta, Daniele Ranzoni, Carlo Fornara, Eugenio Gignous, Guido Cinotti, Mario Tozzi e moltissimi altri), scultura (con 22 opere di Giulio Branca e 53 di Arturo Martini), gipsoteca Troubetzkoy (con 300 gessi dello scultore, russo di origine, ma intrese di nascita), archeologia e fotografia.
La Casa della Resistenza: è stata costruita a Verbania nel luogo in cui, il 20 giugno 1944, sono stati uccisi 42 partigiani dalle SS-Polizei. Adiacente alla costruzione si trova l’area monumentale denominata Parco della Memoria e della Pace, che ospita il memoriale dedicato ai morti per la libertà e la democrazia: un lungo muro su cui sono incisi i nomi di più di 1200 persone che sono cadute durante la lotta di liberazione nei territori attorno al Verbano. Oggi, l’Associazione che gestisce la Casa della Resistenza, svolge attività di studio e di ricerca ed è impegnata nella trasmissione delle memorie, specialmente alle nuove generazioni, anche tramite l’organizzazione di “Tour della Memoria”, passeggiata guidata attraverso i luoghi del lago toccati dalla Seconda Guerra Mondiale. La biblioteca “Aldo Aniasi”, ubicata all’interno della Casa, raccoglie, archivia e cataloga la documentazione storica e culturale relativa al periodo.
Istituto di Ricerca sulle Acque – CNR: fondata nel 1938 come Istituto Italiano di Idrobiologia Dott. Marco De Marchi per onorare le volontà testamentarie dell’omonimo appassionato naturalista milanese, con i suoi 82 anni di storia è una delle stazioni limnologiche più antiche d’Europa. Dopo la ristrutturazione del 2001, l’Istituto è diventato parte di una rete più ampia di Istituti, che comprende anche Firenze, Pisa e Sassari; la sede di Verbania conta circa quaranta impiegati tra ricercatori, tecnici e personale amministrativo, tutti impegnati nella ricerca di base e applicata, dall’ecologia delle acque dolci alla limnologia, dalla teoria ecologica agli studi sulle deposizioni atmosferiche e molto altro.
Casa del Lago: museo interattivo dedicato al lago, raccontandone i segreti e insegnando a viverlo con visite guidate, laboratori didattici per bambini di tutte le età di carattere scientifico ma anche artistico, culturale e tecnologico. L’idea di costruire questo museo è nata nel 1997 dal Consiglio Comunale dei Ragazzi e, oltre alla parte museale, conta anche due laboratori di chimica e biologia, dotati dei mezzi più moderni, che raccolgono e analizzano campioni ambientali. Si trova all’interno di Villa Simonetta, prestigiosa dimora che nel 1862 ha ospitato Giuseppe Garibaldi.
Basilica di San Vittore: costruita nel XVIII secolo in sostituzione della chiesa romanica preesistente, è stata consacrata nel 1752 non ancora terminata. La facciata, la cupola, il campanile e il pronao sono stati costruiti tutti in epoche successive; restauri recenti hanno ridato vita agli affreschi settecenteschi che decorano tutta la superficie interna della chiesa. In una cappella, inoltre, è conservato un dipinto giovanile di Daniele Ranzoni.
Chiesa di San Leonardo: costruita in un luogo dove prima sorgeva un’altra chiesa, è caratterizzata da un sagrato ampio e scenografico. L’edifico, consacrato nel 1950, conserva quattro tele del pittore Tanzio da Varallo e un quadretto venerato come miracoloso raffigurante S. Carlo; il campanile della chiesa, con i suoi 65 metri, è il più alto di tutto il lago.
Oratorio di San Remigio: l’edificio, uno degli esempi più significativi di architettura romanica sul territorio, viene citato per la prima volta in una bolla papale del 1132. L’Oratorio presenta tracce di differenti fasi costruttive, tutte tra l’XI e il XII secolo; al suo interno conserva pregevoli affreschi medievali, come un Cristo benedicente dell’XI secolo nell’abside.
Chiesa di Madonna di Campagna: suddivisa in tre navate, sormontate da un tiburio ottagonale a loggiato, può vantare affreschi realizzati da Aurelio Luini e Carlo Urbini a decorazione delle sue tre absidi. La cappella della Madonna delle Grazie, invece, ospita un affresco del XV secolo e tele dipinte da Camillo Procaccini. Il pulpito e il coro, in legno, risalgono alla fine del Cinquecento.
Oratorio dei Ss. Fabiano e Sebastiano: posto in cima a una scalinata molto scenografica che conduce alla riva del lago, l’edificio presenta ancora alcune tracce della primitiva costruzione romanica, risalente all’ultimo quarto del XII secolo. Recenti restauri hanno riportato alla luce frammenti di affreschi risalenti al Quattro e Cinquecento.
Chiesa di S. Pietro: situata all’imbocco delle valli che si aprono alle spalle della città, viene ricostruita tra il XVI e il XVII secolo seguendo lo stile rinascimentale; di particolare interesse è il tabernacolo piramidale costruito dall’intagliatore Bartolomeo Tiberino e i pulpiti di Antonio Pino. Gli ultimi restauri stanno tutt’ora portando alla luce tracce di affreschi realizzati intorno alla prima metà del Cinquecento. La sua esistenza è attestata dal 1031 e oggi rimangono il campanile e alcune tracce nella muratura.
Chiesa di Santa Lucia: conserva al suo interno gli otto tondi dipinti a olio da Mario Tozzi che, per i personaggi rappresentati, si è ispirato a parenti e abitanti del luogo. Nato e cresciuto sul lago, resta legato alla sua frazione (Verbania Suna) per tutta la vita: suo è anche il progetto del Monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, di fronte alla facciata della chiesa.
CUCINA GOURMAND, FRA TERRA E LAGO
Ai veri Viaggiatori Gourmand, Verbania offre una cornucopia di sapori e suggestioni ai quali è davvero difficile resistere, anche grazie alla combinazione vincente fra eccellenze di lago e montagna.
Dai formaggi d’alpeggio, come il rinomato Bettelmatt e l’Ossolano d’Alpe, ai salumi, come la mortadella Ossolana (presidio Slow Food), il Prosciutto e il Violino di capra della Valle Vigezzo, il lardo alle erbe di Macugnaga o la rinomata carne secca. Salumi e carni che gli intenditori sanno bene come esaltare in tutta la loro sapidità con brindisi Doc: dai corposi vini rossi come il Ghemme Docg e il Nebbiolo delle colline novaresi, al Prunent e al Nouv Bruschett delle valli ossolane o i vini di Angera.
Anche per gli amanti del pesce del lago, nel menù “occhieggiano” proposte invitanti: il persico, pesce simbolo del lago, servito in squisiti filetti o protagonista di succulenti risotti, e le alborelle, fritte o in carpione, ma anche i più rari lucci e le sublimi trote di lago, carpe, coregoni e salmerini.
Tra i piatti tipici non manca il riso, coltivato nelle vicine risaie del Novarese e del Vercellese nelle varietà che spaziano dai classici e conosciuti risi Arborio, Roma, Sant’Andrea alle tipologie Baldo, Balilla, Vialone Nano, Ribe e Venere, meglio noto quest’ultimo come riso nero, servito spesso in abbinamento al pesce di lago o nella variante “alla Milanese” spesso con zafferano coltivato sulle alture di Verbania.
I palati più morbidi, invece, si lasceranno conquistare dalle pregiate varietà di mieli del territorio – dal miele di castagno, a quello alla robinia, tiglio, rododendro, solo per citarne alcuni – dalle tonalità ambrate o brunite, derivati dalle diverse varietà di fiori. Infine, non lasciate Verbania senza aver assaggiato i tradizionali Amaretti di Pallanza e le deliziose Intresine, biscotti al burro impreziositi da mandorle e nocciole.
E se il tour enogastronomico prosegue in zona, nelle migliori pasticcerie troverete la Fugascina di Mergozzo, I Borromei di Stresa e le Margheritine di Stresa, biscotti prodotti in onore della regina Margherita di Savoia, il Pan Dolce di Cannobio.