A circa un anno dal suo lancio, grande successo per la campagna Bayer di consapevolezza sulle maculopatie #salvarelavistasipuò: 1 milione di utenti e 18.500 follower attivi
Uno spazio web e una pagina Facebook per saperne di più sulla malattia, sul percorso terapeutico e sui diritti dei pazienti;
Circa 400 utenti interagiscono ogni giorno con la pagina |
Lanciata nel marzo 2020, la campagna #salvarelavistasipuò, un progetto di orientamento promosso da Bayer per supportare le persone affette da maculopatie, ha dimostrato di essere unpunto di riferimento importante per chi soffre di questa patologia.
Si tratta di un sito di contenuti e servizi, e una pagina Facebook dedicati ai pazienti, ai loro familiari e ai caregiver, per saperne di più sulla malattia e sui diritti dei pazienti stessi, acquisendo le conoscenze necessarie per gestire nel migliore la patologia.
A poco più di un anno dal suo lancio, la campagna ha raggiunto circa 1 milione di utenti, 18.500 dei quali sono diventati follower attivi su Facebook, dove 400 utenti interagisconoquotidianamente con la pagina. Interessante sottolineare che oltre 1.300 tra pazienti e caregiver,grazie a contenuti e servizi personalizzati, hanno intrapreso un percorso di consapevolezza della maculopatia.
“L’avvento del digitale nel mondo della comunicazione ha facilitato e reso più veloce la diffusione delle informazioni e delle conoscenze in area medico-scientifica, favorendo il passaggio da un sapere di «nicchia», riservato solo ad una ristretta cerchia di addetti ai lavori, ad un sapere «aperto», alla portata di tutti – ha affermato Patrizia Guarraci, Head of Business Unit Specialty di Bayer Italia – e sicuramente i social media hanno cambiato il modo di apprendere ciò che sta accadendo nel mondo. Da una visione della malattia e dei pazienti, statica e chiusa, che prendeva in considerazione solo il punto di vista e le raccomandazioni dei medici, si è passati ad una più dinamica e fluida che, invece, considera l’individuo nel suo complesso –continua Patrizia Guarraci – Sostenere una campagna di comunicazione che tenga conto dell’evoluzione tecnologica implica avere gli strumenti giusti per diffondere le informazioni in modo semplice ed efficace. E questo è fondamentale per acquisire credibilità. Per questo motivo siamo molto soddisfatti dei numeri raggiunti in questo primo anno della campagna #salvarelavistasipuò, perchè significa che abbiamo individuato il giusto approccio per dialogare in modo efficace con i pazienti maculopatici e chi gli sta accanto“.
Alla base del progetto #salvarelavistasipuò c’è la convinzione che il coinvolgimento del paziente nel proprio percorso di cura e nella conoscenza degli stumenti necessari per affrontarla sia fondamentale per il successo della terapia. Attraverso la piattaforma di paginemediche.it, nata per facilitare la relazione medico-paziente, è stata creata la pagina https://salvarelavistasipuo.paginemediche.it attraverso la quale è anche possibile trovare uno specialista vicino al luogo in cui si abita, porgli domande, chiedergli un consulto via chat e prenotare una visita.
Esistono numerosi tipi di maculopatie, patologie croniche degenerative, che ogni anno colpiscono molte persone, compromettendone la qualità di vita. Tra le più diffuse la degenerazione maculare legata all’età, l’edema maculare diabetico, l’occlusione venosa retinica, la neovascolarizzazione coroideale miopica.
“La degenerazione maculare legata all’età (DMLE) è la prima causa di perdita della vista nei Paesi industrializzati a livello globale – dichiara Simona Gatti, Responsabile Medical Affairs Specialty – In Italia si calcola che ne siano affette circa un milione di persone (tra diagnosticate e non) e ogni anno si registrano circa 50.000 nuovi casi. Dato che alcune maculopatie, negli stadi iniziali, non presentano sintomi evidenti, effettuare regolari controlli dall’oculista consentirebbe di individuare precocemente i primi segni e di diagnosticare tempestivamente la malattia“.
“Il trattamento delle maculopatie è sensibilmente migliorato negli ultimi anni, con l’introduzione dei farmaci anti-VEGF (somministrati tramite iniezioni intravitreali), che si sono dimostrati efficaci nello stabilizzare o perfino migliorare l’acuità visiva, oltre che la qualità di vita dei pazienti” – conclude Simona Gatti.