Le opere di SMACH 2021:
Il tema dell’edizione 2021 di SMACH è la parola “Fragile”, argomento strettamente legato al momento storico della pandemia. I partecipanti si sono cimentati liberamente sul tema, offrendo il loro contributo senza limiti di tecnica e contenuto, ma mantenendo sempre l’attenzione al contesto paesaggistico e culturale nel quale intervengono.
Le opere sono state selezionate tra 1061 progetti inviati da 72 paesi di tutto il mondo.
Ogni opera è stata ideata appositamente per uno dei siti selezionati dalla Biennale SMACH.
Sara Ambrosini & Giorgia Marchetti | “Metafisica dell’occasione” | Milano, Italia
“Metafisica dell’occasione”, opera delle artiste Sara Ambrosini e Giorgia Marchetti, riflette precisamente la fragilità dell’insieme eterogeneo in cui è collocata e, all’interno dello stesso, la precarietà di un incontro. Una bolla che diviene ospite e osservatrice, area di pura coincidenza, un’occasione. Emerge la possibilità di riconoscimento a un primo sguardo elementare; contemporaneamente, l’impossibilità – l’assurdità – di una corrispondenza tra un atto della lingua e un fatto naturale, una curvatura dello spazio impensabile. Bolla in quanto episodio, precario e provvisorio. Superficie di circolazione, di risonanza e ripercussione, in definitiva: la ripresa del senso. Un senso del fuori che moltiplica indefinitamente, che ci moltiplica infinitamente.
Atelier Poem: Alice Cecchini & Roman Joliy, “La casa della narrativa” | Urbino, Italia
Una casa si staglia come una cappella fra le vette. Chiaro simbolo di luogo sicuro e di rifugio, da vicino non è però il tradizionale spazio abitabile che ci si immagina, ma solo una sagoma, una facciata in legno a doppia falda che dissolve le sue forme frammentandosi in un numero incalcolabile di possibili finestre, ognuna delle quali stata aperta o ancora apribile. La finestra il punto in cui lo sguardo attraversa la dimensione privata ed incrocia l’esterno, la dimensione pubblica. La pandemia ha reso fragile il concetto di casa in quanto sfera privata, trasformandola in un microcosmo individuale in continua ricerca di una nuova condizione e forma, dove tutto avviene. Mai soddisfacente per tutte le esigenze di un individuo libero ma anche unica soluzione possibile. Alice Cecchini e Roman Joliy nell’opera “La casa della narrativa” raccontano la dispersione del senso di nido e di rifugio domestico, invitando il visitatore a riflettere sulle condizioni attuali e sul concetto di trasformazione come opportunità.
Nicoletta Aveni & Elisabetta Trussoni | “sup-Portare” | Aosta, Italia
La fragilità non è unicamente condizione umana intima e solitaria. Le artiste Elisabetta Trussoni e Nicoletta Aveni ne indagano il significato dall’altra faccia della medaglia, ovvero dal punto di vista di chi – indirettamente – supporta le fragilità altrui. Nella ricerca di instaurare con nuova consapevolezza un dialogo con un contesto a loro famigliare legato a ricordi di giovinezza, le Dolomiti, l’opera “sup-PORTARE” aspira a fondersi con l’ambiente del bosco pur mantenendo un impatto visivo estraneo. Il visitatore si trova infatti a confronto con un gruppo di alberi ai cui tronchi sono allacciate delle pietre. I lacci sono evidenti, le cinghie a cricchetto colorate stringono il tronco incarnando l’intenso rapporto di dipendenza tra colui che “supporta” e “chi viene supportato”. Corteccia e masso muteranno col passare del tempo. La vicinanza non può lasciarli indenni, senza segni visibili, senza memorie. Per quanto percepita o meno, l’azione dell’adattamento alle relazioni modifica la struttura sia profonda che esterna dei partecipanti, vincolandoli. L’essere fragile è una risorsa.
Jose Antonio Barrientos de Oria | “Vial” | Malaga, Spagna
Una siringa, in scala gigante, conficcata direttamente nel prato. L’opera “Vial” un totem che racconta – con un’immagine tanto ormai quotidiana quanto perennemente shoccante – un concetto abbastanza semplice e “letterale”: fragile è la situazione di salute dell’essere umano e della terra. Quest’anno, miliardi di persone saranno vaccinate nel tentativo di superare la pandemia legata al Covid-19 e tornare alla normalità. La siringa è lo strumento eletto per riportarci in vita, ci spaventa e nello stesso tempo ci aiuta. Può funzionare allo stesso modo quando la malattia riguarda natura e pianeta e vengono compromessi gli equilibri dell’ecosistema estraendo petrolio e materie prime ed iniettando fertilizzanti? In questo ambito i vaccini non saranno d’aiuto. Il messaggio che l’artista Jose Antonio Barrientos de Oria lancia è quello che la responsabilità non è mai nel dispositivo scelto in sè, ma nell’uso che se ne fa.
Notta Caflisch | “Nation State or State of a Nation” | Chur, Svizzera
Una serie di bandiere vengono issate nel prato, in evidente contrasto con l’ambiente che le ospita. Si dimostreranno oggetti fragili, pensati per svanire col passare del tempo: le fibre di cotone di cui sono composte scompariranno nel vento e, essendo completamente biodegradabili, si ricomporranno con la natura che apparentemente sovrastano. L’opera “Nation State or State of a Nation” già nel titolo è un gioco di parole che pone l’accento sul significato contemporaneo di stato e Nazione: qual è lo “stato” delle nazioni oggi? La retorica comune che descrive l’appartenenza a una nazione, l’identità di una nazione, la rivendicazione della terra, non sempre coincide con la realtà. Sono concetti che rappresentano poteri forti ma sono nella realtà fragili perché definiti dall’uomo. E se il mondo non conoscesse confini? Soprattutto in tempi come questi ci accorgiamo di quanto siano arbitrarie le frontiere e nonostante tutto, quanto sia importante un’organizzazione collettiva. Le bandiere sono l’emblema di queste sovrastrutture e l’artista Notta Caflisch ci interroga sul senso che possono avere oggi. |