Accademia di Medicina di Torino: Maria Grazia Piancino su “Il ruolo protettivo della masticazione sullo sviluppo cognitivo e nelle malattie degenerative”

di Piergiacomo Oderda

La giornalista Livia Tonti intervista per MD Digital, canale digitale destinato ai
medici,  , Professore associato in Ortognatodonzia,
Università di Torino che interviene in Accademia di Medicina di Torino, martedì
12 ottobre alle ore 21, in una seduta scientifica dal titolo “Il ruolo protettivo
della masticazione sullo sviluppo cognitivo e nelle malattie degenerative”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si rivolge ai medici di famiglia in quanto interlocutori ideali per trasmettere ai
pazienti i risultati innovativi delle ricerche. «Il ruolo protettivo della
masticazione durante lo sviluppo cognitivo e nelle malattie neurodegenerative»
è un argomento che ha affascinato i ricercatori, numerose sono le “reviews”,
perlopiù descrittive. Visti i risultati in “agreement” (accordo), «abbiamo
pensato di pubblicare una “review” sistematica». «Mi occupo di masticazione
da molti anni, conosciamo abbastanza il controllo motorio della masticazione,
non ci aspettavamo che potesse avere un’influenza diretta nelle aree
dell’ippocampo dedicate alla memoria e allo sviluppo cognitivo». Il mondo
odontoiatrico è consapevole da tempo che i pazienti in fase di invecchiamento
nei quali c’è una grave alterazione della masticazione vanno incontro «ad un
decadimento cognitivo molto più grave e molto più veloce» rispetto ai pazienti
in cui la masticazione è conservata. «Sono ricerche cliniche pubblicate che
avevano bisogno di un riscontro oggettivo». Molti studi su animali condotti in
tutte le età, nelle fasi di svezzamento, crescita e invecchiamento, dimostrano
in assenza di masticazione una diminuzione significativa di neuroni, del numero
e della qualità delle sinapsi, della diminuzione del fattore del “brain-derived
neurotrophic factor”, «un’alterazione del trofismo dell’ippocampo», quella zona
del cervello che viene duramente colpita dalle malattie degenerative come
l’Alzheimer. I pazienti portatori di Alzheimer hanno in media venti denti in
meno della popolazione normale e in anamnesi si trova in molti pazienti «un
episodio drammatico con perdita di tutti i denti in età giovanile», la
masticazione messa in crisi in una fase della vita importante.
I test comportamentali sugli animali mostrano in assenza di masticazione
fenomeni come l’alterazione dell’orientamento spazio temporale. La prof.ssa
Piancino utilizza la metafora della “freccia in più per il nostro arco”, riferendosi
alla prevenzione, al ruolo protettivo della masticazione, alla preservazione delle
arcate dentarie. Insiste sul «consumo di alimenti consistenti e sani sia per
rallentare il decadimento cognitivo che per migliorare lo sviluppo cognitivo dei
bambini, già dallo svezzamento». E’ in piena attività la ricerca per capire il
meccanismo attraverso cui si stimola la neurogenesi, «gli effetti sono chiari, i
lavori pubblicati moltissimi e, cosa rara in letteratura, i risultati sono in
accordo» ma quando si parla di cervello è difficile individuare i meccanismi
d’azione.
La perdita dei denti in pazienti con Alzheimer è dovuta all’assenza di tessuto di
sostegno e alle carie destruenti. Nell’età dello sviluppo, alcune malocclusioni
alterano la masticazione in modo importante. In modo asimmetrico, i bambini

masticano in un modo da una parte e in modo contrario dall’altra, «si perde
l’equilibrio, fondamentale per lo sviluppo della crescita mascellare armonica».
Queste malocclusioni vanno corrette in modo adeguato al fine di recuperare la
funzione masticatoria. Entusiasmo esprime la prof.ssa Piancino di fronte ad una
ricerca in fase di avvio in collaborazione con altre Università per verificare
come le malocclusioni alterino l’assetto cognitivo. Altre Università partiranno
da bambini con alterazioni psichiche o comportamenti non a norma per
verificare se le malocclusioni abbiano un significativo margine di incidenza. Si
cerca un riscontro oggettivo ma già si nota il coinvolgimento cognitivo, anzi lo
dicono le mamme stesse. Di fronte alla spiegazione del modello di cura,
dicono: “Questo bambino è tutto cambiato!”. «L’equilibrio della funzione è un
caposaldo dell’estetica».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’incontro verrà introdotto da Elio Berutti, Professore di Endodonzia e
Odontoiatria, Università di Torino e da Stefano Carossa, Professore di
Odontoiatria e Protesi dentaria, Università di Torino

 

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