Innovazione nel turismo: arriva la startup che valorizza il “patrimonio italiano invisibile”
Secondo Istat 2019, il 62% dei flussi turistici in Italia si concentra in soli 55 Comuni su un totale di 7903. È il problema dei “Patrimoni Invisibili”: infinite ricchezze paesaggistiche, culturali, esperienziali e di tradizioni, che rimangono celate e nascoste nei loro territori d’origine.
Il 62% dei flussi turistici in Italia si concentra in soli 55 Comuni su un totale di 7093 (fonte: Istat, 2019). Questa è una delle maggiori criticità per il turismo del Bel Paese: c’è ancora, infatti, un’Italia che non esiste sulle guide, un’Italia più sconosciuta ma non per questo meno autentica.
Tra le cause dell’insufficiente sviluppo turistico, economico e sociale delle aree minori c’è anche la mancanza di politiche nazionali: lo spopolamento delle aree rurali e dell’entroterra, soprattutto al Sud, ha origini storiche e “amministrative”. Si calcola che il contributo della Cassa per il Mezzogiorno, in 40 anni, abbia superato i 140 miliardi di euro, ovvero mezzo punto di PIL all’anno, senza però produrre risultati apprezzabili. Considerando tutto l’indotto, ossia gli investimenti in infrastrutture e simili, il conto tocca i 430 miliardi di euro (fonte: Svimez).
Come rivalutare, allora, questi luoghi nascosti e dimenticati?
“Dando voce a chi ama e vive questi territori” – spiega Massimiliano Imbimbo, CEO e founder di Hearth (https://www.hearth.travel/),startup nata per valorizzare il patrimonio italiano invisibile™.
Hearth aiuta gli Enti, le Associazioni di Promozione, le Aziende e le Comunità locali nel valorizzare e comunicare l’offerta e le unicità territoriali sfruttando tecnologie hardware e software proprietarie. La mission di Hearth è fare da “abilitatore” delle infinite ricchezze paesaggistiche, culturali, esperienziali e di tradizioni, che rimangono celate e nascoste nei loro territori d’origine.
Il Covid-19 ha d’altra parte accelerato un cambiamento epocale nel mondo del turismo, facendo emergere tendenze prima impensabili:
· la ricerca di esperienze “uniche”, non legate per forza a destinazioni di grido;
· lo sviluppo del turismo lento e rurale;
· il turismo dei cammini;
· la rinascita dei piccoli borghi;
· i tour ecologici;
· le esperienze locali, alla scoperta di una tradizione enogastronomica particolare;
· la “staycation”, ovvero la vacanza a pochi kilometri da casa.
Hearth si inserisce perfettamente in questa new wave globale attraverso strumenti come il DCS (Destination Collaborative System), che supera grazie a collaborazione, gamification e Machine Learning la logica ormai vetusta dei DMS (Destination Management System), l’App mobile, che fa sentire a casa il viaggiatore e lo accompagna attraverso i luoghi più autentici come farebbe un abitante del posto, e i Totem, in prima linea nel combattere lo spopolamento dei borghi e dei centri storici.
Si parlerà di destinazioni “invisibili” nel corso della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che si terrà a Paestum dal 25 al 28 novembre, per la prima volta nella location definitiva del Tabacchificio Cafasso: Massimiliano Imbimbo, qui nelle vesti anche di delegato Campania per conto dell’Associazione Startup Turismo, parteciperà al Workshop Innovazione e Cultura: le startup al servizio dei territori per trovare nuove soluzioni dal forte impatto sociale e culturale. La tavola rotonda ha lo scopo di ispirare un dialogo tra Enti, Istituzioni, Stakeholders territoriali e rappresentanti delle startup ospiti, al fine di confrontarsi su soluzioni che possano generare uno sviluppo ed un impatto sociale e culturale sui territori.
“E’ nostra intenzione – conclude Imbimbo – lanciare a breve il Manifesto dei Luoghi Hearth, una mappa italiana delle tipicità, dei valori e delle destinazioni più periferiche ed intriganti”.