EMERGENZE OSTETRICHE: A PADOVA ESPERTI A CONVEGNO SULL’EMORRAGIA POST PARTUM
La complicanza emorragica durante il parto rappresenta il 30-40% delle cause di mortalità materna in gravidanza e puerperio. La diagnosi precoce, il trattamento tempestivo e appropriato insieme a un efficace lavoro di team sono i requisiti essenziali per ridurre al minimo i rischi per la mamma e il nascituro. Su questa emergenza ostetrica faranno il punto a Padova, domani, 9 luglio, i principali esperti italiani nell’ambito del corso “La gestione dell’emorragia nel post-partum”, patrocinato dal Policlinico Abano di Abano Terme e in programma al Dipartimento Militare di Medicina Legale (via S. Giovanni di Verdara 123) dalle 9 alle 16.30.Dell’evento formativo, a cui parteciperanno un centinaio di iscritti, sono direttori scientifici Anna Franca Cavaliere, direttrice dell’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Santo Stefano di Prato, e da Gianluca Straface, responsabile dell’Ostetricia del Policlinico Abano.
“L’emorragia del post partum (EPP) – spiega il dottor Straface – è un evento raro ma potenzialmente letale che, talvolta, può non essere diagnosticato prima che le condizioni della donna risultino critiche- Rappresenta la prima causa di shock emorragico, nonostante le nuove conoscenze in ambito di profilassi perinatale e le moderne terapie farmacologiche, anestesiologiche e chirurgiche. Scopo dell’incontro è l’esposizione e il confronto delle varie possibilità di integrazione diagnostico-terapeutica nella gestione dell’emorragia in sala parto con la finalità di proporre modelli clinico organizzativi che possano migliorare l’outcome materno-feto-neonatale.
I datiL’emorragia ostetrica in generale, e in particolare la EPP, è risultata essere la prima causa di mortalità e grave morbosità materna nelle 8 regioni italiane che coprono il 73% dei nati (Lombardia, Piemonte, Emilia- Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia) tra il 2006 e il 2012. “Questi eventi – prosegue lo specialista – si sono verificati nonostante le donne avessero partorito in presidi sanitari dotati di professionisti competenti, fortemente motivati ed esperti. Quest’emergenza assistenziale rappresenta un evento drammatico, il cui trattamento richiede una precisa strutturazione in termini di appropriatezza, di tempi e di performance del team assistenziale. Disporre di un ‘buon protocollo’ che non è mai stato messo in pratica neppure attraverso l’ausilio di simulazioni periodiche è come avere un equipaggio di vela che studia la tattica di gara senza mai uscire in mare prima della regata”, conclude Straface.