Occhiali smartglasses e robot: le mani bioniche del dottor Alfonso Agnino dell’ospedale Humanitas-Gavazzeni di Bergamo, per il primo intervento mondiale di cardiochirurgia
Per l’Italia delle eccellenze scientifiche e mediche, una “prima” tecnologica in sala operatoria, con l’impiego degli occhiali provenienti dalla tecnologia militare utilizzati insieme al robot “Da Vinci” per un intervento di bypass coronarico
Per l’Italia delle eccellenze scientifiche e mediche, una “prima” tecnologica mondiale in
sala operatoria. Nell’Ospedale Humanitas-Gavazzeni di Bergamo, per la prima volta in
Cardiochirurgia (altri interventi a distanza si sono fatti di recente, ma mai con questa tecnologia
associata) ecco l’uso degli smartglasses, gli occhiali provenienti dalla tecnologia militare, utilizzati
insieme al robot “Da Vinci” per un intervento di bypass coronarico.
Il dottor Alfonso Agnino, il cardiochirurgo qui responsabile della Cardiochirurgia Robotica, ha
eseguito con questa rivoluzionaria tecnica un’operazione a cuore battente, in collegamento
attraverso piattaforma digitale dedicata con il prof. Wouter Oosterlink, da Leuven (Belgio),
comodamente seduto nel suo studio dell’Università “Sacro Cuore” della cittadina fiamminga.
L’operazione di bypass coronarico a cuore battente in minitoracotomia è stata eseguita in regime
di Cardiochirurgia Robotica. Il paziente è stato estubato in sala operatoria ed il decorso si è
presentato privo di complicanze. Il dr. Alfonso Agnino, già protagonista a maggio 2021 del primo
intervento di cardiochirurgia robotica d’Europa ad essere eseguito in telementoring, avvenuto a
1200 km di distanza con l’Università di Rennes, in una nota ha ringraziato il prof. Oosterlink, il suo
assistente dr. Michiel Algoet e il team Medtronic per il supporto esemplare. Poi, naturalmente, un
ringraziamento al team della cardiochirurgia robotica dell’Humanitas Gavazzeni, al servizio di
anestesia ed al personale amministrativo.
“Si è generata un’interazione immediata, costante e concreta – spiega il dott. Agnino – in tempo e
in modalità sincrona sotto tutto i punti di vista, tranne forse quello ‘materiale’, ma direi
nemmeno… Il prof. Oosterlink è stato, infatti, ‘percepito’ anche come fisicamente presente in sala
operatoria, materializzato appunto in un ologramma proiettato all’interno del visore. Davvero
così. È stata un’operazione in un certo senso ‘storica’, che ha messo in comunicazione diretta
professionisti della cardiochirurgia distanti migliaia di km, attraverso l’interazione dei più sofisticati
sistemi tecnologici oggi a nostra disposizione… gli smartglasses e il robot. Una soluzione al limite
del nostro mondo virtuale, con la ‘materializzazione’ del professionista esterno, risultato partecipe
attivo dell’intervento e del nostro impiego dei joystick della consolle del robot. Da qui a breve, ci
attendiamo un’altra rivoluzione: la capacità di prendere ‘in mano’ le manovre del robot da un altro
robot gemello che potrà così “operare” da un’altra parte del mondo. Sarà presto realtà, dunque, la
possibilità di fare operazioni a 4 mani, anzi a 8, considerando i 2 joystick disponibili per ogni
robot… con le sue\nostre mani bioniche capaci di ‘manovre’ perfette, come ruotare a 360 gradi
senza alcun tremolio, con una precisione assoluta che permette anche di invertire le mani, con la
destra come fosse la sinistra e viceversa. La rivoluzione è epocale, e non solo pratica, chirurgica,
interventistica, quanto anche di metodologia e di ‘teaching’, di formazione e insegnamento. Noi
medici abbiamo l’obbligo morale, ancor prima che istituzionale, di formare le nuove generazioni
che un domani saranno chiamate a curare noi, i nostri figli, i nostri nipoti. Sono enormi anche in
questo senso le prospettive e le opportunità che questa nuova tecnologia potrà offrire in termini
di apprendimento, formazione, specializzazione”.
Gli smartglasses, si diceva, sono occhiali “intelligenti” nati in ambito militare. Funzionano grazie ad
una tecnologia di telecomunicazioni a banda larga, si collegano ad uno smartphone e hanno una
telecamera con zoom ottico ad alta definizione che offre all’operatore una visione reale del campo
visivo. Tramite mini-monitor e sistema audio integrato, hanno permesso lo scambio di
informazioni e visualizzazione tra il dr. Agnino e il prof. Oosterlink in tempo reale, avvalendosi di
una connessione wifi. Dalla sala operatoria del Gavazzeni di Bergamo, sono stati trasmessi anche i
segnali video delle tecnologie presenti in sala (il “Robot Da Vinci” e le tecnologie connesse) ed il
video panoramico della sala. Il sistema di tecnologie impiegate soddisfa i più elevati standard di
qualità e anche di privacy, in conformità con la normativa GDPR e HIPPA.