LA PUBBLICITÀ MOLECOLARE OGGI. INTERVISTA A MIKY DEGNI

Di Camillo Pisano

Miky Degni, classe 1961, milanese di nascita, innovatore per istinto, sognatore per scelta. La sua mission è quella di aiutare a creare un mondo bello, gentile, poetico, funzionale ma soprattutto Green! Una creatività particolare, diversa, che apre a una nuova prospettiva dell’ideare-creare-generare. La creatività per lui è guardare ad occhi chiusi e sognare ad occhi aperti.

MIKY COS’È’ LA CREATIVITÀ MOLECOLARE?
La creatività molecolare è una disciplina che studia le trasformazioni che avvengono nella mente durante la rielaborazione delle idee, ed ha quindi fra i suoi obiettivi quello di convertire la creatività stessa da una pratica empirica ad una vera e propria scienza unita all’arte.

Come funziona, ci può fare un esempio?
Interpreta sempre la sociologia del momento attraverso nuove forme d’arte inclusive e narrazioni emozionali a cavallo tra digitale e analogico con le tecniche pure della comunicazione non convenzionale in stile UAU communication, ossia che meraviglia, attrae, coinvolge, è interattiva, altamente notiziabile sui media tradizionali e vitalissima nel web.

Cos’è la pubblicità molecolare?
In sintesi la pubblicità molecolare definita anche pubblicità scientifica, parte dalle molecole del prodotto stesso, attingendo ai principi della chimica e alle regole della fisica, così come lo è la cucina molecolare inventata dal famoso chef inglese Heston Blumenthal. Dipingo usando la materia con la quale è fatto il prodotto stesso per promuovere il prodotto. Quindi funzionale alla pubblicità e a vhi vuole differenziarsi Questa ideazione rappresenta il futuro dell’advertising sempre più estetico ed etico

Quando inizia realmente questa tua attività ?
Diciamo da sempre, se dovessi dire una data, diciamo che Apro nel 1990 l’atelier di comunicazione visiva “Segnidegni” www.segnidegni.blogspot.com, che opera nel mondo della pubblicità e a cui do una forte connotazione artistica.

Con quali aziende hai collaborato ?
Ho collaborato con aziende nazionali ed internazionali, dall’ Adidas alla Citroen, dalla Estée Lauder alla Heineken, fino all’Università Bocconi e al Comune di Milano. Queste per citarne alcune.

Perché hai scelto questa professione ?
Per passione. La passione per l’arte e le mie capacità manuali mi hanno sempre fatto pensare che avrei potuto svolgere questo tipo di lavoro ai massimi livelli. Sperimento numerose tecniche, che, di volta in volta, mi piace proporre ai miei clienti, in tutto il territorio nazionale ed anche all’estero ( Lima, Montecarlo, Tokyo, Lugano, Los Angeles, Utah).

Quando hai iniziato ad attingere il pennello nel vino?
Nel 2007, ho iniziato ad intingere il pennello nel vino, inventando la tecnica del wine painting, disegnando su carta d’Amalfi. Nel 2011 ho esposto le mie opere alla biennale di Venezia, con Vittorio Sgarbi e al museo della scienza e della tecnica di Milano. Il 2014 si è vista la mia presenza anche alla triennale di Roma, ma anche in manifestazioni di settore con Tannico a Vinitaly ( nella foto) e Slow Food in Costiera Amalfitana

La tua comunicazione è sempre gentile, perché?
Comunicare con garbo significa soprattutto essere capaci di accogliere: l’accoglienza è ascolto, l’ascolto è comprensione, la comprensione è empatia. Chi è gentile non ignora, cerca un punto d’incontro grazie a un confronto.

Nuove iniziative?
“Per Amor di Vino”, è una campagna pubblicitaria itinerante e live che promuove le aziende vinicole italiane utilizzando quella che può definirsi una “comunicazione ubriaca” post moderna ben ritratta nel mio libro “Aforismi Ubriachi” tra i quali: “Dipingo con il vino perchè l’inchiostro non lo reggo!”. Sarò presente inoltre il 23 settembre 2022 al Salone del Gusto di Torino con una performance live

Come le definirebbe le sue pennellate?
Le definirei pennellate di elevata qualità che possono essere descritte utilizzando i medesimi aggettivi, che si associano al vino, ossia: morbide, delicate, armoniche, amabili, persistenti e vellutate. Insomma, in vino veritas.

Nella sua tecnica usa solo il vino?
No, utilizzo anche il caffè, il tè, i rossetti, prodotti vari per il make-up e tante altre materie prime per rappresentare i prodotti o i brand.

Questo modo nuovo di comunicare cosa può rappresentare?
Questa idea può rappresentare il futuro dell’advertising, sempre più estetico ed etico.

L’ultimo premio che gli ha fatto molto piacere?
Recentemente, mi è stato conferito anche il premio Top Communicator of the year da parte del Club del marketing e della comunicazione a Milano. Ho provato molto piacere e considerazione anche per il livello delle persone premiate. Dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana a Giuseppe Brindisi a Piero Chiambretti, giusto per citarne qualcuno.

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