Sanità, “Sul Pnrr Italia indietro nella costruzione delle reti oncologiche”: il punto al Cracking cancer forum
La necessità di accelerare sulla costruzione delle reti oncologiche regionali ha acceso il dibattito durante il Cracking cancer forum in corso a Torino.
Durante il panel “Europa ed Italia: come il PNRR impatta sull’oncologia”, tre tra i massimi esperti e addetti ai lavori sul tema hanno avuto modo di esprimere le loro preoccupazioni sull’avanzamento dei lavori sulle reti oncologiche: “Non c’è dubbio che il Pnrr può fare alcune cose: purtroppo la mancanza di organizzazione, e l’inesistenza di reti in Italia realmente funzionanti impedisce di destinare risorse direttamente alla rete per metterla in condizioni di operare e rispondere a quello che è il ruolo della rete oncologica”, ha sottolineato il professor Francesco De Lorenzo, presidente di Favo, la Rete italiana delle associazioni di volontariato in oncologia. “Purtroppo questo ruolo non è ancora fattibile per i malati”, ha aggiunto De Lorenzo, “Agenas dal 2019 sta lavorando per definire questo modello, i lavori sono terminati ma non vengono individuati i risultati al ministero della Salute. Abbiamo denunciato nel piano oncologico nazionale l’impossibilità per i malati di accedere alle reti per la mancanza di coordinamento e di un modello esistente”.
“Ad oggi sappiamo che reti oncologiche strutturate ci sono in Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Sicilia, Campania e Puglia. Abbiamo qualche movimento in area Emilia-Romagna e Marche. E poi abbiamo dichiarazioni di principio. Ma credo che il tempo sia arrivato per dire: non è più oggetto di discussione, è in discussione come farlo”, ha dichiarato il professore Gianni Amunni, direttore del Dipartimento di Oncologia, Azienda Usl Toscana Nord Ovest.
Sul tema il professore Massimo Aglietta, coordinatore della Rete oncologica Piemonte e Val d’Aosta, ha aggiunto: “Il Pnrr, costruire nuove strutture, è esattamente lo strumento che ci permette di rendere efficace un’organizzazione completamente diversa, basata sulla continuità di trattamento. E’ un’occasione che noi dobbiamo usare e dobbiamo farlo adesso”.