Accademia di Medicina e l’Accademia delle Scienze: “Longevità e senescenza: come invecchiare in salute”
di Piergiacomo Oderda
L’Accademia di Medicina e l’Accademia delle Scienze concludono il ciclo di
conferenze dal titolo “Longevità e senescenza: come invecchiare in salute” con
una conferenza di Massimo Livi Bacci, il 30 novembre alle ore 16. Per seguire
la diretta streaming occorre collegarsi al canale youtube dell’Accademia
(www.youtube.com/c/AccademiadelleScienzediTorino).
Massimo Livi Bacci è professore emerito dell’Università di Firenze, senatore tra
il 2006 e il 2013, membro della Commissione Esteri, ed è stato tra gli
animatori del sito web “Neodemos”, dedicato a temi demografici e di politica
sociale (www.neodemos.info). Affronterà il tema “Demografia
dell’invecchiamento”. Nel cito sopracitato ha pubblicato qualche anno fa
un’interessante analisi sulla Germania. “La sua demografia è debole: secondo
le proiezioni delle Nazioni Unite, senza il sostegno dell’immigrazione, il paese
perderebbe tra il 2015 e il 2050 il 16% della popolazione e il 23% della
popolazione attiva”. Già nel 2016, il Fondo Monetario Internazionale aveva
osservato nell’analisi annuale come “il declino delle forze di lavoro previste
dopo il 2020, conseguente all’invecchiamento richiede misure dirette a
sostenere l’offerta di lavoro nel medio termine”. Si esortava a “promuovere con
successo l’integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro”, “espandere le
opportunità di lavoro a tempo pieno per le donne”. Infine, sempre il Fondo
Monetario Internazionale sosteneva “una riforma pensionistica volta ad
allungare la vita lavorativa”, dato che “gli attuali meccanismi automatici di
aggiustamento volti ad assicurare la sostenibilità del sistema pensionistico
pubblico provocheranno un forte aumento dei contributi e una compressione
dei benefici pensionistici”.
In questi giorni, sempre sul sito “Neodemos”, Massimo Livi Bacci ha pubblicato
una riflessione sul sistema migratorio mondiale, a partire dalla pubblicazione
dei dati OECD (The Organisation for Economic Co-operation and Development,
“International Migration Outlook 2020”). Si è individuata una forza positiva, “la
crisi ha mostrato quanto siano vitali le migrazioni per la società e per
l’economia, e quanto gravide di spiacevoli conseguenze potrebbero essere
ulteriori chiusure ed ostacoli alla mobilità umana. L’opinione pubblica si è resa
conto che la pandemia non è conseguenza dell’immigrazione e che è assai
importante avere gli stagionali nei campi, del personale di servizio nelle
famiglie, dei muratori sulle impalcature, dei mungitori nelle stalle e del
personale medico e infermieristico negli ospedali”.