Umberto Eco, Franco Maria Ricci LABIRINTI Storia di un segno
22 maggio – 26 settembre 2021
Labirinto della Masone Fontanellato (PR)
Un percorso multimediale alla scoperta di un segno universale
Se l’immagine del labirinto ha una storia millenaria, questo significa che per decine di migliaia di anni l’uomo è stato affascinato da qualcosa che in qualche modo
gli parla della condizione umana o cosmica. (Umberto Eco)
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La mostra primaverile del Labirinto della Masone, Umberto Eco, Franco Maria Ricci. LABIRINTI Storia di un segno, inserita anche nel programma delle attività di Parma 2020+21 Capitale Italiana della Cultura, ha aperto al pubblico sabato 22 maggio.
Grazie ad innovativi allestimenti multimediali a cura di NEO (Narrative Environments Operas), studio di ricerca e progettazione di ambienti narrativi in particolare nell’ambito di esposizioni e musei e già autore di prestigiosi progetti di digital art (come quello vincitore del XXVI premio Compasso d’Oro lo scorso settembre), il Labirinto si trasforma in un vero e proprio metalabirinto, introducendo i visitatori in un percorso di parole e pensieri, tra allestimenti scenografici e digitali e prestiti di rilievo, alla scoperta della storia e del significato di uno dei simboli più antichi al mondo.
L’esposizione si sviluppa in quattro sale tra le quali i visitatori saranno accompagnati dalla guida di ombre nobili e sapienti legate alla storia di Ricci – non solo Umberto Eco ma anche Jorge Luis Borges – con transiti multimediali di parole e pensieri.
In una delle sale, dedicata proprio a Eco, la voce e le parole – brani, citazioni e riflessioni – del grande scrittore guideranno il pubblico in un labirinto dalle pareti riflettenti: un dedalo di specchi animato da visioni che invitano a rileggere la storia del labirinto nei suoi significati simbolici e psicologici.
Nell’altra sala multimediale saranno invece opere d’arte a raccontare lo sviluppo storico dei labirinti in un’immersione multimediale a 360 gradi: l’iconografia dei labirinti, le immagini e le animazioni contribuiranno a realizzare un ambiente mutevole e dinamico.
In un altro ambiente si troveranno prestiti importanti con dipinti affascinanti e misteriosi, come il cinquecentesco Ritratto di Bartolomeo Prati di Girolamo Mazzola Bedoli e diverse opere a stampa e miniate dal rinascimento ad oggi: volumi antichi illustrati con labirinti, come il codice di Lelio Pittoni conservato alla Biblioteca di Firenze, o il volume Carceri d’invenzione, con le stampe calcografiche di Giovan Battista Piranesi, la rivista Minotaure di Skira, per toccare con mano l’idea di labirinto e di come questo simbolo abbia partecipato alla Storia del mondo.
E ancora, una selezione delle opere del contemporaneo Giovanni Soccol dalla serie Labirinti, condurrà i visitatori tra scenari affascinanti e simbolici che rappresentano una vera e propria indagine emotiva.
L’esposizione è accompagnata da una guida/catalogo delle opere esposte di Soccol unito al volume Labirinti, interamente curato da Franco Maria Ricci e pubblicato con Rizzoli – ristampa aggiornata della versione del 2013 – con la prefazione di Umberto Eco, il testo di Giovanni Mariotti, che porta il lettore alla scoperta della storia dei labirinti e il dizionario mitologico a cura di Luisa Biondetti per approfondire la parte del mito legata alla cultura greca.
A latere della mostra, quasi un’introduzione/appendice, le opere dell’artista contemporanea Marisa Zattini (Forlì 1956), raccolte nella sezione Labirintica. In limine Daedalus, curata da Maddalena Casalis e documentate nella guida/catalogo (48 pagine, con testi di Gianfranco Laureano, Giovanni Ciucci e una nota in margine all’opera, dell’artista).
La mostra è realizzata con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Emilia-Romagna, Comune di Fontanellato, Comune di Parma e gli allestimenti sono a cura di Neo Tech.
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Girolamo Mazzola Bedoli, Ritratto di Bartolomeo Prati, circa 1540
Lelio Pittoni, Labirinti multiviari, 1611
Giovan Battista Piranesi, Carceri d’Invenzioni, XIV. L’arco gotico, 1745-61
Labirinto della Masone