Mascherine a scuola, Pediatri: “La chirurgica a scuola non è sempre obbligatoria”. Iss conferma: “Sul sito del Miur c’è un’incongruenza”
Per l’anno scolastico 2021/22 il Ministero dell’Istruzione ha permesso la riapertura delle scuole con obbligo di utilizzo della mascherina chirurgica per tutti gli studenti di età superiore ai 6 anni, eccezion fatta per lo svolgimento di attività sportive e per i soggetti con patologie o disabilità. Ma se si domanda all’Istituto Superiore di Sanità (Iss), la risposta è “La mascherina chirurgica a scuola non è obbligatoria. Lo diventa solo nel caso di istituti che non siano stati in grado di garantire la distanza di almeno un metro tra un banco e l’altro, nelle classi”. Lo ha chiarito l’Istituto Superiore di Sanità per voce di Paolo D’Ancona, del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto (11).
“Invece, nel sito del Ministero dell’Istruzione (pagina 13 del documento a questo link), si dice (erroneamente): “A prescindere dalla situazione epidemiologica, il dispositivo di protezione respiratoria previsto per gli studenti è la mascherina di tipo chirurgico”, rileva Elena Uga, pediatra dell’Associazione culturale pediatri (Acp). “Si tratta di una evidente incongruenza con le indicazioni date dall’Iss, a questo link,pagina 38, dove nell’ambito esclusivo dell’uso di mascherine in posizione statica, e dunque in classe, si dice che “La mascherina chirurgica è indispensabile laddove non sia possibile il distanziamento di almeno un metro”, per tutti gli altri casi, cioè ove questa distanza in classe è rispettata, la chirurgica non è obbligatoria.
“Il ministero dell’Istruzione ha un’incongruenza all’interno del proprio sito, che provvederò a segnalare”, ribadisce anche l’esperto di DPI dell’Iss.
Tuttavia, l’Iss chiarisce che la nota del Ministero dell’Istruzione dello scorso anno, datata 5 novembre 2020, n.1990, che stabiliva che, oltre alla mascherina chirurgica, “possono essere utilizzate anche mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera, e al contempo forniscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso” non è stata presa in considerazione quest’anno “per via dei timori legati alla variante delta”, precisa D’Ancona.
“Si tratta comunque di una decisione del Cts che ha valutato il fatto che, mentre c’è uno standard condiviso, e precise caratteristiche ampiamente testate per la mascherina chirurgica, altrettanto non si può dire per le mascherine di comunità, che nel nostro Paese non ha requisiti standardizzati”, continua D’Ancona.
“Eppure nessun obbligo di mascherina chirurgica è imposto per gli uffici, dove, al chiuso, si lavora affianco anche con le mascherine di comunità. Possibile che, per una pandemia verso la quale, come sottolinea l’OMS, i più giovani si sono sempre mostrati più resistenti, siano proprio loro a dover rispettare le regole più rigide?”, risponde Uga, che chiarisce: “Non esistono evidenze solide che al di fuori dei setting sanitari l’uso della mascherina chirurgica riduca il rischio di contagio rispetto a quella di comunità, con o senza variante Delta. A scuola l’attenzione non andrebbe posta sulla tipologia di mascherina, ma andrebbero fornite a studenti e famiglie chiare indicazioni sulla corretta modalità di utilizzo”.
Per questo, l’Associazione Culturale Pediatri (Acp) aderisce all’appello per riammettere la possibilità di utilizzare mascherine di comunità a scuola, avanzata tra gli altri dall’Associazione tRiciclo, forti del fatto che, ad oggi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità conferma la raccomandazione di utilizzare le mascherine nelle stesse circostanze degli adulti solo a partire dai dodici anni. Al contrario dell’Italia, molti altri Paesi hanno recepito le raccomandazioni dell’OMS, e altri hanno fatto ancora di più. La Svizzera addirittura non ha introdotto l’utilizzo della mascherina. Anche in Francia, l’uso della mascherina non è più obbligatorio nelle scuole primarie, dai 6 ai 12 anni, se il tasso di incidenza di Covid si è stabilizzato al di sotto della soglia di incidenza di 50 per 100.000 abitanti per almeno cinque giorni (ovvero il rischio basso che determina la zona bianca anche nel nostro Paese). Solo gli Stati Uniti hanno una raccomandazione (non un obbligo) più stringente di noi, con i CDC – Centers for Disease Control and Prevention – che invitano all’utilizzo delle mascherine (non per forza chirurgiche) a scuola dai 2 anni e la vaccinazione dai 12 anni, indicazione seguita in alcuni Stati.
Finora, la nostra scelta ha comportato “un grave e ingiustificato dispendio economico e ambientale”, continua Elena Uga. “L’anno scorso, secondo i calcoli di Tuttoscuola, i primi di aprile avevamo già consumato oltre un miliardo e mezzo di mascherine, smaltite tra i rifiuti indifferenziati, ma anche disperse all’aperto, con grave rischio di una allarmante contaminazione ambientale. E non dimentichiamo che, data la scomodità delle mascherine fornite dalle scuole, in moltissimi casi, quelle ‘gratuite’ sono finite direttamente nei rifiuti, e le famiglie ne hanno acquistato e ne stanno acquistando di ulteriori”.
“La nostra richiesta è dunque di tornare ad ammettere l’uso della mascherina di comunità, o in alternativa, l’uso della mascherina chirurgica lavabile e riutilizzabile, che esiste ed è ampiamente diffusa in commercio, anche con certificazione dell’ISS. (7)”, continua Uga. “Le mascherine lavabili sono adeguate alla protezione in setting non sanitari, come sottolineato da OMS e verificato da numerosi studi, e possono essere pulite a casa lavandole opportunamente, e dunque il loro utilizzo è gestibile istruendo adeguatamente le famiglie (8,9)”.
In sintesi, ACP chiede al MIUR di:
-riammettere la possibilità di utilizzare mascherine di comunità
-stimolare studenti, famiglie e dipendenti all’uso di mascherine chirurgiche certificate lavabili, magari con opportune campagne di sensibilizzazione all’utilizzo corretto, anche distribuendole al posto dell’usa e getta
ACP è una libera associazione che raccoglie 1.400 pediatri in 35 gruppi locali, finalizzata allo sviluppo della cultura pediatrica e alla promozione della salute del bambino.
Svolge attività di formazione, ricerca, informazione dell’educazione sanitaria, definizione di protocolli diagnostico-terapeutici e valutazione della qualità delle cure. Supporta programmi di cooperazione internazionale.
Siamo una associazione rigorosamente no profit. La libera partecipazione dei pediatri, soci e non soci, alle sue iniziative è subordinata alle sole coperture delle spese; non vengono elargiti compensi né benefit per le attività interne.
Bibliografia
2) https://www.who.int/news-room/q-a-detail/q-a-children-and-masks-related-to-covid-19
3)https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2021/09/school-mask-mandates-downside/619952/
4) https://www.istruzione.it/rientriamoascuola/distribuzione_mascherine_gel.html
5) 3 https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/covid-mascherine-chirurgiche-lavabili-
quali-proteggono-meglio-ambiente-costi-sicurezza-contagi-requisiti/f6c98da2-1891-11eb-
8b6a-8e17b1e81f26-va.sh
6) 3.flcgil.stgy.it/files/pdf/20201105/nota-1990-del-5-novembre-2020-dpcm-3-novembre-2020.
7) https://www.iss.it/procedure-per-richiesta-produzione-mascherine Procedura di produzione di maschere facciali ad uso medico in deroga secondo quanto previsto dall’art.15, comma 2, del Decreto Legge del 17/03/2020 n.18, convertito con modificazioni dalla Legge del 24/04/2020, n. 27 e modificato dalla Legge del 17/07/2020 n. 77.
8):https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/prevent-getting-sick/how-to-wash-cloth-face-coverings.htm
9): https://acp.it/it/2020/04/covid-19-pediatri-acp-ecco-come-usare-le-mascherine-nei-bambini.html
10) https://www.istruzione.it/iotornoascuola/domandeerisposte.html
NELLA FOTO
Elena Uga, pediatra e ricercatrice, referente del gruppo di lavoro Pump di Acp (Associazione Culturale Pediatri).