Intervista a Fiorella Felisatti, voce di Radio Italia
Fiorella, sei indubbiamente una delle speaker più amate di Radio Italia. Che cos’è per te l’”Italia” di Radio Italia? Da dove nasce la tua passione?
Dire cosa sia per me la musica italiana in un momento di grande complessità com’è quello della scena attuale è sicuramente molto difficile. Posso sicuramente dire che si tratta di una passione che mi ha accompagnato da sempre: sono nata in una famiglia di musicisti, mio fratello è un autore, insomma ho vissuto la musica fin dai miei primissimi anni. Il sogno nel cassetto era quello di cantare, ma ho scoperto iniziando a fare radio che il mio talento era lì. È un lavoro bellissimo e affascinante, che ho sentito da subito adatto a me e che obbliga a confrontarsi con un gran numero di sfide, prima fra tutte sviluppare una fortissima capacità comunicativa, forse ancora maggiore di quella necessaria ad un artista. Conoscere e saper trasmettere le nuove tendenze, nella musica come ad esempio nella moda, può essere molto impegnativo, specialmente in un settore imprevedibile, fatto di continue novità.
Pensi che esista un trait-d’union tra il passato e il presente della musica italiana? Esistono degli elementi comuni per cui si possa parlare della musica italiana come un fenomeno unitario?
Io credo di no. Oggi chi fa musica italiana è influenzato dalla musica straniera ad un livello enorme rispetto al passato, in una molteplicità di generi che spesso ricalca il panorama internazionale. Forse si può notare in molti artisti contemporanei, specialmente pop, una tendenza al recupero di elementi provenienti dalla tradizione cantautorale italiana, ma certamente non al punto di poterlo pensare come un unico fenomeno. Penso anzi che possa essere anche un’eredità pericolosa, penalizzante: non è detto, ad esempio, che un bravo interprete debba anche essere un bravo autore. Si sente sempre più spesso affermare con orgoglio di essere anche gli autori delle proprie canzoni, ma avere una grande voce non vuol dire automaticamente saper scrivere e saper comporre. Questa sarebbe una buona abitudine nel tempo in cui c’è quasi una “moda degli artisti”: saper collaborare più efficacemente con gli altri professionisti della canzone, primi fra tutti autori e compositori, per poter creare qualcosa che sia davvero artistico.
Certo oggi il successo nasce in maniera molto differente da come avveniva solo pochi anni fa. Chi sancisce il successo oggi? Attraverso che mezzi passa?
Sicuramente i social hanno segnato una rivoluzione in questo ambito. Nella maggior parte dei casi, con poche eccezioni, oggi gli emergenti di successo sono fondamentalmente dei prodotti televisivi e mediatici. Il web permette di essere scoperti con una rapidità impensabile fino a pochissimo tempo fa, ma dal successo di internet al successo vero la strada è ancora lunghissima. Se una volta la notorietà era già segno di un successo duraturo, oggi la rapidità con cui è possibile guadagnarla può anche essere pericolosa ed effimera. A Radio Italia cerchiamo sempre di trovare e dare visibilità ad artisti giovani ed emergenti, cercando di riconoscere oltre alla notorietà mediatica anche l’unica ed indispensabile caratteristica che segna ogni vero successo, ossia un grande carisma. Ricordo ancora quando ascoltai mentre viaggiavo in auto “La mia storia tra le dita”, il primo singolo di Gianluca Grignani. Mi chiesi, letteralmente, “ma chi è questo?”! Il successo autentico, duraturo, è fatto di personalità prima ancora che di arte. Artisti apparentemente insignificanti, ascoltati in un concerto, possono sorprendere e travolgere, mentre fenomeni mediatici di massa, alla prova del nove di un concerto in teatro di fronte a mille persone, possono lasciare assolutamente indifferenti. La chiave è essere immediatamente riconoscibili, in una parola: unici. È il carisma a colpire dal primo ascolto fino ai decenni di carriera.
Bella brava simpatica e molto competente .