Al San Gerardo l’équipe che cura i tumori cerebrali pediatrici
L’eccellenza fatta di tecnologie “real time”, collaborazioni internazionali e umanità
Perché i tumori cerebrali pediatrici sono così importanti? Queste neoplasie sono la seconda forma di tumore più comune nei bambini al di sotto dei 15 anni dopo la leucemia e la seconda causa di morte. In Italia si ammalano ogni anno tra i 400 e i 450 bambini. La causa dei tumori cerebrali di solito è sconosciuta e pertanto non esistono metodi di prevenzione o programmi di screening che aiutino a diagnosticarli in anticipo. La vita dei bambini e delle famiglie viene quindi sconvolta improvvisamente, con una diagnosi fatta nella maggior parte dei casi in pronto soccorso con tutto il brutalizzante impatto emotivo che una frase come “suo figlio ha un tumore cerebrale” può determinare in una coppia di genitori.
Da anni presso il reparto di Neurochirurgia del San Gerardo di Monza, un’équipe di specialisti ha fortemente voluto dedicarsi a questi bambini. Questa assunzione di responsabilità è potuta avvenire poiché la presa in carico di una patologia così unica per complessità chirurgica ed umana è possibile solo grazie alla contemporanea presenza di specifiche competenze professionali tra cui il Neurochirurgo: la competenza chirurgica si affianca alla competenza dei Pediatri di Pronto Soccorso e di reparto e ai Neonatologi della Terapia Intensiva Neonatale che afferiscono all’eccellenza lombarda della Fondazione MBBM che spesso sono i primi attori chiamati in causa nel fare diagnosi e che accompagnano il bambino in tutto l’iter a seconda della sua età e delle sue criticità.
Inoltre la presenza di team di Pediatri leader nazionali nella cura di rare malattie Genetiche e Metaboliche della Fondazione MBBM e di Neuropsichiatri Infantili esperti di epilessia è di formidabile aiuto nel trattamento di questi bambini stante la possibilità di sviluppo di tumori del sistema nervoso centrale in rare condizioni sindromiche.
“Il percorso diagnostico al San Gerardo è rapido – spiega il prof. Erik Sganzerla, direttore della Struttura Complessa di Neurochirurgia -. Infatti, potersi avvalere 24 ore su 24 di una Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia Diagnostica ed Interventistica all’avanguardia è un fattore determinante non solo per il piano chirurgo ma anche per poter comunicare una diagnosi ai genitori del bambino nel modo più accurato e sincero possibile senza inutili e logoranti attese. La presa in carico del bambino con tumore cerebrale presso il San Gerardo è possibile grazie alla presenza di un’équipe Anestesiologica Pediatrica dedicata, con migliaia di procedure alle spalle che quotidianamente rende possibile il trattamento di pazienti neurochirurgici pediatrici affetti da patologie complesse tumorali, idrocefaliche, malformative cranio-facciali e spinali”.
La tutela del bambino nella delicata fase post-operatoria è compito di una delle migliori Terapie Intensive Neurochirurgiche del paese. Il bambini infatti come ben sanno gli Anestesisti, non sono piccoli adulti, non è un semplice problema di proporzioni e richiedono un’esperienza specifica costruita in anni di lavoro sul campo.
I tumori cerebrali pediatrici sono molti e molto diversi tra loro per sede, iter terapeutici e prognosi e pertanto il percorso di ogni singolo bambino è unico ma ciò nonostante non è mai improvvisato. Questo perché l’équipe del San Gerardo collabora strettamente con confronti quotidiani sia verbali sia telematici dal momento della diagnosi e per tutti i mesi e gli anni che l’iter di cura richiederà con il reparto di Pediatria Oncologica dell’Istituto dei Tumori di Milano, leader nazionale ed europeo nella cura di questi tumori che prende in carico questi bambini per le cure adiuvanti chemio e radioterapiche e con cui i Neurochirurghi condividono il follow-up.
Da ultimo la virtuosa vicinanza territoriale del San Gerardo con il reparto di riabilitazione neuro oncologica del centro Eugenio Medea di Bosisio Parini favorisce il ciclo riabilitativo dei bambini con eventuali sequele neuromotorie legate alla delicata sede del tumore.
Al di là delle competenze umane dei singoli operatori, per poter affrontare il trattamento chirurgico di queste neoplasie, spesso localizzate in sedi cerebrali profonde e difficilmente raggiungibili e la cui prognosi di sopravvivenza è sempre legata alla radicalità dell’asportazione e all’assenza di residui tumorali, è necessario un “armamentario” tecnologico all’avanguardia. In tal senso la sala operatoria neurochirurgica del San Gerardo è stata nel tempo ed anche recentemente rinnovata con tecnologie “real time” come il nuovissimo Neuronavigatore che permette sia una sofisticata pianificazione virtuale preoperatoria che consente una chirurgia sempre più mininvasiva e un ecografo cerebrale intraoperatorio di terza generazione ad esso connesso che permettere al neurochirurgo di verificare durante tutte le fasi chirurgiche la completezza dell’asportazione del tumore.
Il costante miglioramento delle competenze del gruppo neuro-oncologico pediatrico del San Gerardo è frutto di specializzazioni prolungate all’estero di membri dell’équipe in centri internazionali leader nel trattamento di tumori cerebrali pediatrici ed è frutto di vivaci collaborazioni sul piano nazionale ed internazionale volte alla mutuo arricchimento scientifico e culturale come nel caso della collaborazione con la Neurochirurgia del Bambin Gesù di Roma e con quella del Children’s Hospital di Seattle negli USA.
“La stretta e costante collaborazione tra specialisti dedicati – sottolinea il Direttore Generale della ASST di Monza Mario Alparone – l’evoluzione tecnologica neurochirurgica, i nuovi protocolli terapeutici chemio e radioterapici consentono oggi sopravvivenze prolungate ed in alcuni casi anche la definitiva guarigione dei tumori cerebrali pediatrici. Al di là delle molteplici capacità umane e tecniche messe in gioco per questi bambini, il valore aggiunto dell’équipe multidisciplinare neurochirurgica del San Gerardo, composta da donne e uomini che sono madri e padri loro stessi, è lo spirito di servizio gratuito, è il sacrificio nel senso etimologico di sacrum facere: rendere sacro. Quando entra un bambino con tumore cerebrale dall’ingresso del Pronto soccorso il tempo si ferma per tutti. Lui e la sua famiglia diventano la cosa più importante al di là del risultato, della fatica, del tempo, delle difficoltà, delle frustrazioni. Lui è tutto. Lui è la missione”.