L’eccellenza del sistema sanitario lombardo. Intervista a Raffaele Cattaneo presidente del Consiglio regionale
“Che il servizio sanitario lombardo sia di qualità lo dicono i dati: continuiamo ad accogliere persone che vengono a curarsi in Lombardia da tutta Italia e anche da oltre confine, da diversi paesi europei”. Ad un anno dalla riforma sanitaria lombarda, il presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, traccia un primo bilancio di quel percorso di rinnovamento del Sistema Sanitario che si è posto l’obiettivo di rafforzare la separazione delle competenze tra enti di programmazione (Agenzie di Tutela della Salute), erogatori di servizi (Aziende socio sanitarie territoriali) e organismi di controllo (Agenzia di controllo e Arca). Un provvedimento, quello messo in atto con l’approvazione delle Legge Regionale n.23 dell’agosto 2015, che ha cercato di ridisegnare le funzioni e le competenze della Regione e degli altri enti del Sistema, al fine di ridurre i costi, migliorare i servizi e rafforzare i controlli. Il tutto affermando il principio di libertà di scelta della persona e di concorrenza tra strutture pubbliche e private.
“L’11 per cento delle prestazioni -sottolinea Cattaneo- sono fornite a soggetti che vengono da fuori Lombardia. Se la qualità di queste prestazioni non fosse superiore alla media non ci sarebbe questo ‘pendolarismo sanitario’”. Tutto questo, osserva “non è frutto del caso ma di un percorso che ha tanti elementi, a cominciare da una tradizione medica di alto livello che in Lombardia c’è sempre stata. Inoltre la Regione ha deciso di valorizzare le esperienze migliori e questo ha spinto verso l’alto la qualità media del nostro sistema sanitario creando una competizione virtuosa anche tra gli ospedali, tra quelli pubblici e quelli privati. Tutto questo -aggiunge- ha permesso di avere prestazioni migliori a costi più contenuti”.
Quello che sorprende, secondo il presidente del Consiglio regionale della Lombardia “è che le prestazioni sono molto buone ma la spesa sanitaria, in percentuale al Pil, è molto più bassa nella nostra regione rispetto al resto del Paese Tra gli istituti accreditati poi, siano essi pubblici che privati, non c’è alcuna differenza”. In questa seconda fase della nuova riforma, spiega ancora Cattaneo “si deve ripensare l’assetto della sanità sul territorio. Occorre cioè trovare luoghi dove poter curare quei pazienti che si trovano in una fase intermedia del loro percorso: che non sono così gravi da dover ricorrere al ricovero ospedaliero, ma neppure completamente guariti da poter stare a casa”.
Il sistema sanitario, insiste Cattaneo “deve continuare a crescere sopratutto per quanto riguarda l’aspetto della sua umanizzazione. Si è investito molto in questi anni sulle tecnologie, sulle prestazioni più qualificate, sui macchinari più avanzati ma ad un ammalato non basta tutto questo. Un ammalato ha bisogno anche di cure umane, di avere vicino persone che si fanno carico dei suoi problemi, che spesso vanno al di là della malattia”. Negli ultimi dieci anni, sottolinea Cattaneo “in Lombardia sono stati realizzati dieci nuovi ospedali, tra i più moderni d’Europa. L’ultimo, in ordine di tempo, quello realizzato a Varese per le mamme e i bambini, dotato di un pronto soccorso pediatrico e ginecologico”.
Insomma, molto si è fatto e molto si sta facendo ancora per migliorare sempre più il sistema sanitario, anche con uno sguardo verso l’estero anche se, osserva infine il presidente del Consiglio regionale “mi sono reso conto che la qualità dei nostri ospedali, la qualità dei nostri macchinari, la qualità delle nostre università sono molto più apprezzate e conosciute all’estero di quanto non lo siano da noi. Spesso si fanno viaggi della speranza negli Stati Uniti -conclud